30 Maggio 2025
Claudio Togna
Il Ministero dell’Interno ha diramato nel dicembre 2024 la circolare sul periodo in cui sarà possibile tornare alle urne per il rinnovo dell’amministrazione comunale: primavera 2027.
Tra meno di due anni quindi i cittadini romani verranno chiamati alle urne per decidere l'elezione del prossimo Sindaco di Roma Capitale.
L'attuale normativa sulle elezioni comunali che prevede il ballottaggio non premia certo il centro destra.
Nella precedente tornata elettorale che ha visto le elezioni del Sindaco Gualtieri (PD) lo stesso ha ottenuto oltre il 60% delle preferenze dei votanti.
Il blocco di potere, anche attraverso uno storico radicamento della sinistra nelle cosiddette "partecipate", con l'attuale normativa risulta difficilmente scalfibile in quanto, per evitare il ballottaggio, il candidato del centro destra dovrebbe ottenere già al primo turno oltre il 50% delle preferenze dei votanti.
Domenica 25 maggio e lunedì 26 maggio si sono tenute le elezioni comunali in oltre 100 comuni italiani, che hanno coinvolto circa 2 milioni di elettori.
Dei comuni al voto 32 comuni hanno oltre 15.000 abitanti e tra questi ci sono un capoluogo di Regione e tre capoluoghi di Provincia (Ravenna, Taranto e Matera).
Di queste 4 citta principali al voto due (Genova e Ravenna) sono andate alla coalizione di centro sinistra al primo turno mentre per le altre due (Taranto e Matera) si andrà al ballottaggio.
Genova non è, tuttavia, una sorpresa: essendo storicamente orientata sull'ideologia di sinistra.
L'analisi del Presidente del Senato Ignazio La Russa fotografa la situazione individuando la criticità nella scelta del candidato del centro destra che non è risultato attrattivo nei confronti dei bisogni essenziali e strutturali della cittadinanza.
Per il ballottaggio si vedrà.
Ma certo sui ballottaggi per il centro destra è sempre non solo dura ma durissima.
In quanto nei ballottaggi finiscono per convergere, come a Genova, i partiti dell'intera opposizione e cioè Partito Democratico, Alleanza Verdi - Sinistra, Movimento 5 Stelle, Azione e, come i parenti di campagna di cui ci si vergogna un po', anche Italia Viva nonchè le immancabili liste civiche.
Lo "schema Genova" senza ombra di dubbio verrà sicuramente ripetuto da parte della sinistra anche nelle elezioni comunali di Roma Capitale.
Il meccanismo del ballottaggio che, come detto, impone al candidato del centro destra di vincere al primo turno con oltre il 50% dei voti agevola talmente la sinistra che può permettersi un'ampia scelta di candidati sulla base anche delle dinamiche di alleanze a livello nazionale.
Nel centro destra nessuno si fa illusioni, allo stato dell'attuale legge elettorale, sul fatto che i principali partiti dell'opposizione, e cioè PD e Movimento 5 Stelle, raggiungano un accordo. Nè si può contare troppo sul tema divisivo della coalizione di sinistra e cioè quello del "leader" della coalizione che, in caso di vittoria, dovrebbe essere indicato quale Presidente del Consiglio dei Ministri.
Giuseppe Conte è perfettamente consapevole che il PD non può permettersi di non indicare quale premier in pectore il proprio segretario.
Per converso la Schlein se vuole tenere il partito non può permettersi di cedere il ruolo di leader della coalizione a Giuseppe Conte.
Ma sia la Schlein che Conte debbono entrambi guardarsi da un nuovo arrivato e precisamente l'Avvocato Ernesto Maria Ruffini già direttore dell'Agenzia delle Entrate di Roma molto apprezzato dal mondo cattolico che fa capo alla Comunità di Sant'Egidio nonchè alla parte moderata e cattolica del PD.
La "realpolitik" imporrà a Conte ed a Schlein di impedire che l'Avvocato Ruffini quale "papa straniero" possa rappresentare il federatore tra PD e 5 Stelle (come predicano sia Prodi che Bersani): il che rappresenterebbe una sconfitta politica per entrambi.
A questo punto l'Avvocato Ruffini ben potrebbe essere utilizzato quale candidato sindaco per la coalizione di sinistra: e sia Conte che Schlein si sarebbero liberati elegantemente di uno scomodo "federatore" che li avrebbe politicamente ridimensionati entrambi.
Il Movimento 5 Stelle e Conte dovrebbero essere confermati della designazione da parte del PD sia del candidato Sindaco di Roma Capitale che del leader della coalizione (in ipotesi la Schlein).
Non è un caso che da qualche tempo l'Avvocato Giuseppe Conte sia impegnato in battaglie di politica estera dall'antitrumpismo alla guerra in Ucraina alle manifestazioni pro Palestina.
Se tre indizi, come si dice, fanno una prova e se gli indizi medesimi devono essere univoci, precisi e concordanti risulta evidente la possibilità che l'Avvocato Giouseppe Conte possa rivestire il ruolo di ministro degli esteri.
Ma potrebbe non bastare al Movimento 5 Stelle. Ed in caso di vittoria il Movimento 5 Stelle potrebbe mettere il cappello sull'agognato Ministero di Giustizia.
In mancanza il Movimento 5 Stelle ha pronto un altro candidato quale sindaco di Roma: e cioè l'ex Sindaco Ignazio Marino.
Che già pubblicamente si è proposto.
Vedremo.
Certo l'esito dipenderà dall'attrattività e dalla saggezza con cui verrà individuato il candidato sindaco del centro destra e dal programma elettorale.
O forse, e meglio, tutto dipenderà dal programma elettorale del centro destra prima e dall'attrattività del candidato poi.
La campagna elettorale è, in fondo, già iniziata.
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