10 Aprile 2025
Analisti veri o presunti, cioè tutti quelli che hanno voce in capitolo e anche quelli che non ce l'hanno, provocatori ed esperti da bar twitter, ostentano o fingono di saperla lunga, di capire come nessun altro la filosofia di uno come Trump del quale l'unica cosa che si possa dire è che è pazzo, un altro maniaco messo a capo del mondo. La sua politica dei dazi è incomprensibile alla luce delle categorie razionali, sa di psicotico, di umorale, sa di delirio imperiale: “Mi stanno baciando il culo”, e dopo un minuto si rimangia tutto, però per tre mesi, però poi chi vivrà vedrà. Questo sarebbe governare in modo logico o dadaista? Non lo sapeva Trump che la Cina mantiene il debito pubblico stellare americano per un sesto? Che dichiarare guerra finanziaria a tutti equivale al crollo del sistema americano? Pensava che gli altri si sarebbero adeguati tremando senza reagire? Anche una dittatura imperiale come il Dragone? La politica del mondo è ridotta a un bilico di ricatti per cui ogni potenza continentale ha in pancia i debiti delle altre, si accolla reciprocamente i buchi delle altre e su questo condizionamento di tutti con tutti il mondo bene o male si tiene. Stando così le cose, l'uomo razionale, il leader razionale ne tiene conto, quello fuori controllo rimuove la situazione, nel suo delirio napoleonico tira dritto fino al disastro, ma un disastro globale totale come la frittura di Felice Caccamo. Non che gli altri sembrino più lucidi, più consapevoli, ma non è una gran consolazione vivere in un pianeta in cui nessuno sa cosa fare. Cosa fanno gli autocrati minacciati dalle inique sanzioni di Trump? Reagiscono allo stesso modo, coi controdazi, con le medesime misure finanziarie in una logica bellica, di guerriglia, di rappresaglia fino se occorre al conflitto aperto dalle conseguenze imprevedibili ma certamente apocalittiche. A decisioni incomprensibili seguono analisi incomprensibili nella alienazione generale e definitiva: a dire di un mondo governato dai pazzi senza rimedio. Un mondo indifferente mai come oggi alla sorte dell'umanità e sottoposto come mai prima a minacce multiple: per sfoltirlo, questo mondo che dicono sovrappopolato, cioè inaccettabile nella logica della finanza totale che ha rimosso la politica con la sua idea di tutela pubblica, si fanno le guerre classiche, di invasione, di distruzione, intrecciate con quelle economiche e finanziarie, per finire con quelle chimiche e sanitarie. È di oggi la notizia del proscioglimento di tutti e cinque i medici imputati nella morte di Camilla Canepa, la vittima zero dei vaccini, fulminata pochissime ore dopo l'assunzione di una dose Astrazeneca per la quale il rapporto causale fu accertato e certificato da altri organi giudiziari. Più evidente di così, ma i comitati, gli illusi, i convinti che in qualche modo la giustizia avrebbe trionfato sono serviti. Non ci è voluto neanche un processo, se l'è sbrigata il gip: nessun omicidio colposo, nessuna negligenza o inadempienza o falso, le formule vanno dall'insussistenza del fatto alla condotta non fonte di reato. La procura può impugnare? Sì, ma che impugna a fare? Per prendere in faccia un'altra tranvata insieme ai parenti della ragazzina?
Le ragioni della Corte non sembrano convincenti: i medici hanno agito come hanno agito, nell'incertezza dei disperati, perché non conoscevano la situazione, perché non potevano sapere? Se non sapevano perché hanno assicurato che sapevano, che era tutto a posto, che vaccinarsi era l'unica cosa da fare? Erano confusi o in malafede quando decantavano le lodi senza riserve del vaccino? Se sapevano, andavano condannati, se non sapevano andavano radiati. Invece ad essere radiati sono stati i dottori che sapevano realmente, che avevano lanciato l'allarme su conseguenze puntualmente verificatesi. “Avete visto, quella ragazzina morta subito dopo il vaccino?”. “Ih, sai quanti ne dovranno morire, ma che facciamo? sacrifichiamo il vaccino?”. Queste le conversazioni in chat tra i mandarini dell'Aifa, del CTS, dell'ISS, insieme al ministro Speranza. E volevano dire: siamo matti a sacrificare il colossale affare dietro i vaccini, a giocarci reputazione e carriera?
L'assoluzione di tutti i medici coinvolti nel caso di Camilla Canepa va oltre il caso specifico, è a suo modo esemplare, deve far capire forte e chiaro che nessuno pagherà su niente perché la faccenda è mostruosa nelle sue proporzioni e dentro ci stavano tutti; perché condannare un pugno di medici temerari, col senno del poi, finirebbe per innescare un effetto domino catastrofico, tutte le tessere che cascano una sull'altra, tessere sanitarie, burocratiche, politiche fino ai massimi livelli costituzionali. Se i medici furono azzardati nel garantire il ricorso di massa al vaccino, se la politica fu irresponsabile nell'imporlo con mille ricatti, se un presidente del Consiglio mentiva, “non ti vaccini ti ammali muori e fai morire”, se un presidente della Repubblica arrivava a congelare la Costituzione di cui è garante, “non si invochi la libertà per non vaccinarsi”, come fanno a volare solo gli stracci di 5 medici di Lavagna, in Liguria?
Da cui la soluzione giudiziaria all'italiana, il chi ha avuto ha avuto cui seguirà la prevedibile arroganza vittimistica dei graziati. La plebe non ha mai contato granché nei giochi spregiudicati e irresponsabili dei potenti, la storia politica si può riassumere nei modi dotti e sofisticati con cui illudere la carne da cannone e da peste di contare qualcosa, di poter rivendicare diritti teorici, ma mai come nel nostro tempo pandemico e pandemoniaco la inconsistenza dell'umanità, il suo ruolo sacrificale erano stati così chiari e addirittura scoperti, teorizzati. “Non avrete niente e sarete felici”, “sei su dieci di voi sono superflui e vanno eliminati” sono i nuovi comandamenti della finanza che ha preso il posto della produzione, della politica, dell'informazione. E tutti si adeguano contenti perché la comunicazione del potere gli insegna i sensi di colpa se si ribellano, se mancano di rispetto alle mille formule dell'ipocrisia parolaia, meno diritti ma più formule, asterischi, vocali rovesciate, miraggi per cui uno che si pretende donna è donna, due maschi che vogliono un figlio lo comprano e ottengono pure il diritto di farsi chiamare mamma.
Camilla Canepa fu la prima vittima di una guerra non dichiarata, vittima di un composto sconosciuto per curare un morbo sconosciuto, dagli effetti non indagati a dovere ma certamente letali al punto che lo hanno dovuto ritirare dopo un numero incalcolabile di vittime. Qualcosa di oggettivo, passato in giudicato ma siccome non si può dire ne scaturisce, esattamente come per le decisioni folli dei reggenti finanziari, la solita distorsione reale, lo stesso vaneggiare da ubriachi o da mascalzoni sui vaccini che uccideranno pure ma hanno salvato l'umanità, sul fatto che ce ne vogliono di nuovi e più potenti, più contagiosi, che le prossime pandemie arriveranno e se non arrivano si inventeranno, si costruiranno perché la finanza ha le sue ragioni che l'umanità non conosce. Camilla Canepa uccisa due volte, i virologi in carriera insigniti da onorificenze presidenziali, e chi non è d'accordo prende nota, sa che stando così le cose può pagarla in qualsiasi modo, sa che da un momento all'altro può finire in TSO o come minimo espulso da qualsiasi contesto, privato di ogni dimensione civile, sociale, familiare lavorativa. Ma va bene così, tutti dicono: questa cosa non va, ma va bene così. Un'altra cosa orrenda ha originato la finanza totale: la responsabilità esclusiva in capo alle vittime, la colpa di ammalarsi, di morire. Dalla mancata giustizia alla giustizia fatta condannando il capro espiatorio, l'agnello sacrificale. Camilla Canepa è morta a 18 anni per le conseguenze della proteina Spike nel vaccino anticovid? L'EMA autorizza la messa in commercio dei vaccini autoreplicanti che rigenerano perennemente l'mRNA e di conseguenza la proteina Spike. Da Parlamento e governo neanche un fiato, la Commissione Covid tace, avvolta nel suo fumo, i media a tariffa salutano la potenziale strage senza fine con accenti gloriosi. Va bene, va bene così, come cantava Vasco Rossi.
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