07 Febbraio 2025
Almasri, fonte: imagoeconomica
Il governo italiano e la Corte penale internazionale smentiscono l'apertura di un'indagine nei confronti del governo italiano da parte dell'Aja. Erano state fonti dell'esecutivo a respingere al mittente la presunta apertura di un fascicolo contro il governo di Giorgia Meloni dopo la denuncia di un sudanese che sarebbe stato vittima dei metodi del generale Almasri. L'accusa sarebbe quella di "ostacolo all'amministrazione della giustizia ai sensi dell'articolo 70 dello Statuto di Roma".
Se da parte del governo italiano era arrivata la smentita netta, ancora di maggior rilievo è quella della Corte penale internzionale, la quale ha fatto sapere che al momento "non c'è alcun fascicolo" di indagine sull'operato del governo italiano per "ostacolo all'amministrazione della giustizia ai sensi dell'articolo 70 dello Statuto di Roma" in relazione alla vicenda del generale Almasri.
Nella denuncia di 23 pagine, il richiedente asilo, un cittadino sudanese del Darfur con lo status di rifugiato in Francia, sostiene che sua moglie, lui stesso e innumerevoli membri del gruppo di cui fa parte sarebbero stati vittime di numerosi e continui crimini da parte del generale Almasri, arrestato in Italia dopo un mandato d'arresto spiccato dalla Corte ma rimpatriato poco dopo.
Tuttavia, il procuratore della Cpi non ha ufficialmente inviato la denuncia del cittadino sudanese né al registrar né ai giudici.
Per questo caso, la premier Meloni, i ministri Nordio e Piantedosi ed il sottosegretario Mantovani sono stati indagati dopo una denuncia presentata dall'avvocato Li Gotti alla procura di Roma.
Nordio, che già aveva detto come "tutti indagano un po' su tutto. Noi abbiamo fiducia nella giustizia umana. Postulo la giustizia divina proprio perché la giustiziaumana spesso è fallibile, ma accontentiamoci di quella che abbiamo e vediamo come va", adesso chiede chiarimenti all'Aja su possibili incongruenze nelle procedure per il mandato di arresto
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