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Biden grazia Fauci lo "stronzologo" per proteggerlo da rappresaglie trumpiane: la logica mafiosa del potere

Le dittature sono dittature, ma le democrazie occidentali sono ridotte a coacervi in cui la parte finanziaria detta alla parte politica le regole repressive da applicare alle plebi. Da se stessa a se stessa.

20 Gennaio 2025

Biden e Fauci

Chissà se più da suonato o sciagurato, sta di fatto che Biden chiude in bellezza: per ultimo atto del suo mandato infame concede la grazia preventiva a Fauci, lo Stranamore sinoamericano, oltre a quelli della commissione d'indagine su Capitol Hill e al generale in pensione Mark Milley, il suo uomo al vertice dello Stato Maggiore. A dire una bella congrega di ceffi. Non che dall'altra parte offrano più che tante garanzie: di qua Trump che festeggia la rielezione a scariche di ricevimenti privatissimi con il gotha della finanza americana e mondiale, di là i clan democratici che volevano farlo fuori e adesso ne temono le vendette: “Non è un provvedimento per riconoscere implicitamente le loro responsabilità ma per proteggerli” fanno dire a Biden ma è la stessa cosa, lo scudo stellare che conferma le logiche mafiose della democrazia più potente del mondo. Ma che c'è di strano se la politica è diventata complice e ancella della finanza globale per la quale tutto si compie? Trump ai ricevimenti coi Bezos e i Musk, oltre allo Zuckerberg folgorato sulla via di Las Vegas, non si limita a parlare di scenari geopolitici, già che c'è ci infila gli affari e colossali affari, siccome anche a 80 anni un miliardario non si ferma, la sua fame è implacabile ed autorigenerante come quella degli squali, tanto più che riassume in sé il ruolo del potere politico e di quello economico. Siamo tornati ai grandi regni del Seicento, a Enrico IV, il sovrano più potente d'Europa, che sposava, per procura, Maria de' Medici, rampolla della famiglia più ricca d'Europa. Ancora una volta niente di nuovo, salvo che ne derivano prospettive preoccupanti perché questi megalomani hanno in mano la tecnologica del controllo e delle opinioni, della mobilità, della deresponsabilizzazione sociale in chiave ludica.

Dall'altra parte il giro uscente, perdente, supportato dalla finanza opposta, ma non troppo, dal giro affaristico del cinema, della cultura, dell'informazione, della scienza, che ha fatto per anni il bello e il cattivo tempo col grimaldello sanitario: giocando sulla paura irrazionale delle nuove pesti, dai e dai sono riusciti a scatenare, a catena, il panico globale e da questo la vaccinazione globale che ha portato alla costrizione globale funzionale, lo si volesse o meno, alla strage globale, la quale è appena cominciata. Ha confessato Fauci al Congresso: “Mi sono inventato tutte quelle stronzate, dalle mascherine alle distanze, perché la gente obbedisce alle stronzate”. Il resto lo hanno fatto i social, da Twitter al gruppo Meta in mano allo Zuckerberg subito messosi a disposizione del potere risorgente per evitare rappresaglie anche lui, se possibile spuntando legislazioni in tutti i campi più sciolte; come atto di buona volontà ha subito scaricato i suoi cani rognosi, i fact checker. Ma è esclusa una resipiscenza democratica, o mente o sono già pronti nuovi gendarmi e nuovi strumenti, nuovi servi che sono sempre quelli vecchi per fare il solito gioco della polizia del pensiero. Ogni potere qual più quale meno essendo simile nelle sue sfumature autoritarie, nei suoi sogni inconfessabili che ormai si ammettono apertamente.

La tecnologia del controllo avanza, chi la possiede sta in politica e non si nasconde, forse l'evoluzione del neotrumpismo è proprio questa: i predecessori Dem si servivano di intermerdiari, questo li arruola direttamente sancendo una volta per tutte il ruolo subalterno della politica. Tali sono le democrazie occidentali, che si pretendono diverse dalle dittature conclamate solo perché fingono di rispettarne i rituali formali. Con le dittature che glielo rinfacciano e vivono felici. Si salva qualcosa? Direi di no anche se finisco puntualmente per deludere chi mi legge o viene a sentirmi alle conferenze. “Che possiamo fare per cambiare il mondo?”. Ma niente, che puoi fare, che potete, che possiamo fare noi che non abbiamo i razzi né i social ai quali ci hanno legato mani e piedi, senza i quali non “accedi” da nessuna parte e quindi non vivi, non operi, non manovri il conto corrente, non ti sposti, non comunichi, non ti informi, non vivi? I social, questo non viene mai detto, non sono tanto o solo le discariche dei mattoidi o delle carogne, gli antri delle vanità e delle censure, del conformismo e della prostituzione: ne hanno fatto la porta d'accesso per tutto il resto e sei tenuto a starci a vita secondo la logica della prigione, democratica ma prigione. Senza i social la grande distorsione sul Covid non sarebbe potuta accadere e non vengono smantellati o regolati, passano così come sono da un complice all'altro, Trump vuol salvare anche la cinese TikTok consegnandola in tutto o in parte a Musk e Bezos. Ecco di cosa si parla ai party. Nella miscela finanza tecnologia politica cui si è ridotta la democrazia tecnologica americana è impossibile distinguere tra padroni così come tra ricchi, è un coacervo dove la parte finanziaria detta le regole alla parte politica che le mette in pratica imponendole alle plebi. Le dittature conclamate da parte loro hanno meno problemi di legittimazione, si autolegittimano semplicemente imponendosi, per via totalitaria ma anche loro non rinunciano a servirsi della tecnologia onnipotente che serve a mentire e a sorvegliare, a vietare e ad imporre.

Va a finire che democrazie negative e dittature positive stringono alleanze e affari mentre minacciano di combattersi nel tutto con tutto della finanza totale. Si possono scomodare le suddivisioni più ardite come i complotti più strampalati, di quelli che funzionano spiegando in modo retrospettivo tutto e il contrario di tutto, perché è facile dimostrare qualcosa che è avvenuto per il solo fatto che è avvenuto e il gran bazar delle ricostruzioni che lo “dimostrano” rigurgita di scelte che dall'oggi risalgono fino a Caino e Abele. Ma il degrado delle democrazie occidentali ha molte fasi e molte cause, contraddittorie, pretenziose, alcune ipotizzate, altre del tutto accidentali e la soluzione più razionale sembra quella dell'innesco che sfugge nell'omertà condivisa finché scoppia il panico, tutti prendono decisioni avventate e qualcuno scopre che è facilissimo approfittarne. E allora nessun regime, laico, teocratico, democratico, totalitario si tiene più perché la smania del potere è demoniaca, irresistibile, induce dipendenza. Ma spiegare tutto con la certezza del mondo apparecchiato è più logico del sospetto della degenerazione progressiva che corre per la catena di errori, di presunzioni, di avidità, di malvagità, di umane e disumane debolezze? Il Covid capitato al momento giusto per la grande trasformazione? Ma la grande trasformazione la predicano da decenni se non da secoli nell'eterno “ritenta sarai più fortunato” degli ossessi. Un conto è pretenderlo, un altro è farlo questo governo totale dei pochi in un mondo di 8 miliardi di pazzi governati da altri più pazzi di loro, diversi in tutto salvo che nella propensione al disastro, alle guerre, al caos dei folli. Tutto si può trovare, a posteriori, ma la stasi economica e sociale di oltre 2 anni sembra più figlia dell'assurdo che della distopia programmata, ha paralizzato tutto, complicato le relazioni, compromesso i commerci ovunque. Ah, ma c'è chi ci ha guadagnato. Questo sempre, ma arrivare a sostenere che ogni incubo riesca perfettamente, esattamente così come predisposto, non suona un po' azzardato? Da noi la magistratura selettiva ha spazzato via una prima Repubblica tarlata dai suoi vizi, ma ne è uscito non l'ipotizzato regime delle sinistre quanto, come un cigno nero, quello di un magnate che anticipava in tutto l'americano Trump; quindi un buffone in disarmo cogliendo la fase terminale di quel regime ha fondato una setta informatizzata con la regola incomprensibile “tutto ciò che non sai è vero, tutto ciò che sai è falso”: ha compiuto i suoi disastri, ha avuto il suo potere, ma il dominio del mondo che sognava non lo ha avuto, è affogato nel caos che aveva creato. Sparito come Empedocle nell'Etna e in modo più triste, più squallido. La tecnologia autoritaria serve ed è nata dalle democrazie liberiste finendo per stritolarle: per lucido calcolo o per effetti in parte imprevisti? Come preferite, ma una cosa è certa: Fauci, lo “stronzologo", andrebbe tenuto sotto chiave per la vita che gli resta. Invece Biden, il suonato della Casa Bianca, gli ha fatto lo scudo d'impunità contro le rappresaglie del successore. La confusione è somma, le ipotesi a piacere, ma se c'è voluto lo scudo vuol dire che non è andato tutto bene non solo per noi ma anche per loro.

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