Mediaset, dallo spot pro “gender fluid” al ritorno di Draghi: le manovre di FI e dei Berlusconi per indebolire Meloni e favorire discesa in campo - RETROSCENA
Manovre per indebolire Giorgia Meloni e favorire la discesa in campo di Piersilvio o Marina Berlusconi
È un momento complicato per Giorgia Meloni, costretta a fare i conti con un doppio problema. La svolta "gender fluid" di Mediaset, e parallelamente di Forza Italia, unita al ritorno di Mario Draghi, che la presidente del Consiglio ha anche incontrato a Palazzo Chigi incensando il cosiddetto rapporto sulla competitività europea, potrebbero creare un terreno scivoloso proprio per la leader di FdI. Secondo alcuni retroscena si tratterebbe di mosse atte ad indebolirla e favorire la discesa in campo di Piersilvio o Marina.
Mediaset, dallo spot pro “gender fluid” al ritorno di Draghi: le manovre di FI e dei Berlusconi per indebolire Meloni e favorire discesa in campo
Una doppia manovra contro Giorgia Meloni? È possibile, e le cronache di questo giorno riporterebbero questo. Dallo spot Mediaset che "celebra i valori della diversità e l'inclusione" fino alla proposta di Forza Italia dello Ius Scholae. Tutto fa pensare che non ci sia nulla lasciato al caso, e che tutto possa portare verso un'unica direzione: indebolire Giorgia Meloni e favorire la discesa in campo di uno dei due Berlusconi che potrebbero buttarsi in politica, vale a dire Piersilvio e Marina.
Proprio Marina nei giorni scorsi è stata protagonista di un incontro nella sua abitazione di corso Venezia a Milano con l'ex premier Mario Draghi. Un incontro che potrebbe presagire il prologo sia di una discesa in campo che di una collaborazione politica per un nuovo centro. Non sono escluse poi manovre tra Pd e Forza Italia per un nuovo governo. Marina ha smentito qualsiasi speculazione: "Non c'è nessuna trama contro Meloni o Tajani, li stimo entrambi.
In tutto ciò c'è da registrare l'attivismo di Gianni Letta, che ha fatto incontrare i due e che mai come adesso sembra tornato in auge. Quel che è certo è che il mese di settembre non si è aperto nel migliore dei modi per Giorgia Meloni, costretta a fare i conti con le dimissioni del suo ministro Sangiuliano. All'orizzonte c'è poi una manovra finanziaria da scrivere che porterà via tempo ed energia.