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Governo, Meloni e lo spettro di Mario Draghi: pronto un nuovo centro. Mattarella garante

18 Settembre 2024

Governo, Meloni e lo spettro di Mario Draghi: pronto un nuovo centro. Mattarella garante

Mario Draghi e Mario Monti (fonte: Lapresse)

"C'è un progetto estero con il Quirinale garante per mandare via Giorgia Meloni e creare persino una "Nuova Margherita", un grande rassemblement centrista che possa diventare il futuro ago della bilancia della politica italiana relegando ai margini del sistema politico Meloni e Salvini" spiegano fonti molto accreditate del Deep state internazionale. Notizia che certamente non farà piacere alla Premier. Il caos politico-istituzionale sollevato dalle dichiarazioni rese dal ministro Crosetto a Raffaele Cantone circa un presunto, l’ennesimo, complotto - questa volta orchestrato nientepopodimeno che dai servizi segreti italiani - ai danni del governo, rischia di essere solo la punta di un iceberg.


La dura risposta del sottosegretario all’autorità delegata Alfredo Mantovano non poteva passare inosservata. Seppur Crosetto si è poi affrettato a mantenere una linea di condivisione smentendo le ricostruzioni dei quotidiani (che per dovere di cronaca, tuttavia, va ricordato che si sono limitati a riportare i virgolettati delle stesse dichiarazioni del titolare di via XX settembre), ormai il gioco era fatto. E sembra preludere ad uno scossone istituzionale che vede già coinvolto il Quirinale, rimasto perplesso per la leggerezza istituzionale con cui il ministro della Difesa ha aperto questo scontro senza fornire nessuna precisazione nel merito, ne’ prove, bensì illazioni e sensazioni -secondo alcuni - suscitate, molto probabilmente, da alcuni suoi consiglieri.
A nulla varrà, probabilmente, l’ira di Giorgia Meloni per l’ennesimo scivolone di un suo ministro, in più co-fondatore di Fdi. Sono diverse, infatti, le preoccupazioni di queste ore tra i corridoi di Chigi, dove non è passato inosservato l’incontro tra Mario Draghi e Marina Berlusconi.


D’altronde, le cancellerie internazionali sono in fibrillazione. Si racconta che all’apertura dei giornali, le principali ambasciate estere tra cui quella francese, tedesca e americana dopo aver letto le deposizioni di Crosetto siano sobbalzate. Sensibilità che da sempre il Colle accoglie e ascolta con attenzione.


E si fa sempre più largo l’idea di una profonda inadeguatezza dell’attuale esecutivo, anticipata dai casi Sangiuliano, Santanche’, dal caso Giambruno, dal treno di Lollobrigida, dagli attacchi sempre più scomposti ai giudici (non ultimo quello di Giorgia Meloni a proposito della condanna comminata a Matteo Salvini), dalle alleanze sovraniste in Europa. E ora suggellata dalla crepa istituzionale aperta dal ministro Crosetto, non uno qualsiasi, e prontamente smentita da Mantovano in un tentativo disperato di tenere in piedi la baracca rimediando alle ormai diffuse teorie cospirazioniste della maggioranza.
All’estero lo spettacolo risulta sempre più preoccupante e le pressioni per un cambio di passo che riporti l’Italia sulla retta via dell’europeismo stanno diventando sempre più forti. A nulla varrà la vicepresidenza a Fitto che, anzi, rischierà di far precipitare la situazione.


L’incontro tra Marina Berlusconi e Mario Draghi e’ stato, appunto, il primo passo. Il ritorno in pista dell’ex capo della Bce non è più un miraggio. La Meloni lo teme. Ma non si tratta soltanto di questo: il "grande centro" a cui si sta già lavorando potrebbe vedere come punto di riferimento proprio l'ex numero 1 della Bce. Forza Italia e Pier Silvio (che sottotraccia stanno lavorando per un nuovo grande rassemblement centrista, una margherita 2.0 ) sono pronti a fare il tifo per super Mario, Gianni Letta, tornato in auge alla soglia dei novant'anni, non ne parliamo; il centrosinistra guarderebbe con interesse all'operazione e persino Salvini non si metterebbe di traverso ed eviterebbe di attaccarlo nel tentativo di prendere tempo per fare pulizia interna alla Lega e ridimensionare Vannacci.


Per questo Giorgia Meloni è sempre più nervosa: Mario Draghi è l'unico che la può mettere Ko (l'unico modo che hanno per disinnescare la minaccia è piazzarlo al Quirinale ma i vertici di via della Scrofa non ne vogliono sapere). Per ambienti del Deep state siamo già a un punto di non ritorno. In ogni caso lo spettro del post Meloni comincia a volteggiare con sempre più forza sopra Palazzo Chigi.

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