31 Maggio 2024
Dopo un primo mandato al Parlamento Europeo, la parlamentare uscente lombarda si ripresenta con temi molto attuali come il sociale, il lavoro non dimenticando in questo momento storico la parola Pace.
Quali saranno i cavalli di battaglia della sua compagna elettorale?
I temi della campagna elettorale sono gli stessi che ho portato avanti nel precedente mandato: salute, ambiente, giovani e diritti. Non sono un elenco, sono materie su cui ho fatto proposte, interrogazioni, battaglie e sulle quali c’è ancora molto da fare. La salute va vista nel suo complesso: la salute dell’ambiente e quindi quella di ogni forma vivente, gli animali, le persone. Perché ciascuno di questi aspetti non è un comparto a sé stante ma sono vasi comunicanti: quello che respiriamo, quello che mangiamo, quello che beviamo, la natura e il come si preserva e ci preserva dai cambiamenti climatici in corso. La salute riguarda poi il rapporto con la prevenzione, purtroppo sottovalutata, la diagnostica e la cura, la ricerca: per me sono tutti aspetti che devono essere demandati al pubblico perché vanno affrontati in base ai bisogni reali e non ai criteri di redditività seguiti dalla sanità privata. Penso per esempio ai pazienti con malattie rare o alla salute mentale, un problema in continua crescita, che non risparmia classi sociali, che riguarda giovani e adulti. A dicembre, in plenaria, abbiamo votato il report sulla salute mentale che individua questo argomento come una priorità. Io ho presentato 60 emendamenti e sono contenta che molti siano stati recepiti: l’invito ai Paesi membri a presentare e adottare una strategia nazionale di prevenzione dei suicidi, il potenziamento della ricerca sull'interazione tra farmaci, alcol e sostanze stupefacenti e gli effetti sulla salute mentale e, infine, il supporto psicologico agli studenti nei programmi di scambio.
La destra ha fatto una Guerra alle norme Europee sulle case Green? Possiamo aspettarci un aiuto dall'Europa?
Sulle case green, come sulle auto elettriche, si è fatto terrorismo psicologico con fake news spaventando i cittadini, soprattutto quelli più fragili economicamente. Perché sono loro i primi che hanno paura di dover spendere soldi che non hanno, ma non è così: in abbiamo chiesto di impostare altri prestiti garantiti per efficientare anche le case delle famiglie meno abbienti. Abbiamo proposto di farlo escludendo questi investimenti dal patto di stabilità oltre che prevedendo linee di finanziamento e agevolazioni. L’adeguamento degli stabili è un fatto che riguarda tutti singolarmente e collettivamente: migliora la qualità di vita di chi vi abita, riduce le dispersioni e i consumi, con un risparmio nelle bollette e un impatto minore sull’ambiente. Oltre ad aumentare il valore di mercato dei patrimoni immobiliari. Quando vedo in azione i disfattisti, il mio cruccio è sempre lo stesso: perché migliori condizioni di vita devono essere privilegio dei ricchi e non diritto di tutti?
La pace è nel vostro simbolo. Perché?
La pace è nel dna del Movimento 5 Stelle, fondato non a caso il 4 ottobre, giorno di San Francesco. Sulla pace siamo stati e saremo in prima linea in Europa come in Italia. La pace è il primo punto del nostro programma per le elezioni europee ed un obiettivo che continueremo a perseguire con tutti gli strumenti possibili, anche se continueranno ad accusarci di falsi posizionamenti a livello internazionali. Sin dalle prime ore dello scoppio della guerra in Ucraina abbiamo detto che con la risoluzione affidata alle sole armi questo conflitto alle porte dell’Europa non sarebbe finito in fretta: in questo momento in cui parliamo, il 29 maggio, sono 825 giorni di guerra. E non se ne vede la fine e ogni nuovo armamento non è servito a nulla, l’esercito ucraino è a corto di uomini e i singoli stati membri dell’Europa si muovono con proposte contraddittorie. Al Parlamento europeo abbiamo votato contro il Regolamento ASAP, che prevede il dirottamento di 500 milioni di euro verso l’acquisto di missili, armi e munizioni da donare all’Ucraina. È la prima volta nella storia che il bilancio comunitario finanzia direttamente la produzione di armamenti.
La crisi palestinese si sta aggravando, cosa ne pensa?
Penso che in queste ore, un milione di palestinesi sono in fuga da Rafah dove pensavano di aver trovato rifugio e dove invece stanno entrando i carri armati israeliani. Penso che vengono bombardati ospedali e campi profughi, che non arrivano medicine e beni alimentari e che quel poco che si riesce a far entrare viene lanciato dal cielo come le bombe. Penso che contiamo 35mila morti totali, in stragrande maggioranza civili, e di questi due terzi sono donne e bambini. Una catastrofe umanitaria. L’Europa purtroppo è divisa e noi vorremmo che avesse un ruolo più importante in un processo di mediazione di pace ma finora è stato impossibile definire una posizione comune: basti pensare alla spaccatura dei paesi europei all’Onu quando si è votato sul riconoscimento dello Stato palestinese, con la maggior parte degli Stati Ue che si sono astenuti e alcuni che si sono schierati a favore. Tra l’altro Spagna, Irlanda e Norvegia hanno intanto formalizzato questo riconoscimento. Ma lo sforzo diplomatico in questo momento è debole, troppo debole per quello che sta succedendo.
Continuerà a seguire il sociale o tratterà temi diversi in Parlamento?
Oltre a quelle di cui ho parlato qui sopra, un’altra delle mie battaglie è stata e sarà quella per abitazioni dignitose non solo per chi si trova in estrema povertà ma anche per i cosiddetti working poors, cioè quei lavoratori che hanno stipendi bassi a causa di una contrattazione nazionale debole e di un mercato del lavoro dove i diritti non vengono garantiti. Ovvio, l’altra nostra battaglia, in Italia come in Europa, è e rimarrà quella per un salario minimo: in molti paesi europei c’è già e continueremo a batterci perché anche nel nostro venga introdotto. A livello europeo, come scritto nel programma, proponiamo la piena attuazione del principio della parità di retribuzione per lo stesso lavoro nello stesso luogo, per combattere il fenomeno del dumping sociale e salariale tra gli Stati. Molto c’è e ci sarà da fare anche in tema di parità salariale tra uomo e donna.
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