20 Marzo 2024
Matteo Piantedosi, fonte: imagoeconomica
Continuano le polemiche da parte del sindaco uscente di Bari Antonio Decaro sul probabile scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose.
Dopo l'annuncio del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi di aver nominato una commissione di accesso agli atti comunali, il primo cittadino barese dem è andato su tutte le furie. Secondo Decaro, la comunicazione di indagine sarebbe arrivata telefonicamente proprio dal ministro, che gli avrebbe chiesto tutta la documentazione relativa alle iniziative antimafia fatte dalla giunta pugliese.
In una conferenza stampa organizzata di fretta e furia dentro la sede della giunta, Decaro ha annunciato: "Se c'è anche un solo sospetto di infiltrazione della criminalità nel Comune di Bari, io rinuncio alla scorta. Sono stato sotto scorta nove anni, torno a vivere. Non posso essere sindaco antimafia e avere la commissione di accesso in Comune".
L'operazione "Codice interno", eseguita dalla polizia su coordinamento della Dda di Bari, ha portato all'arresto di 130 persone, tra cui vertici e membri del clan Parisi-Palermiti di Japigia (tra questi anche il boss Savinuccio Parisi), e l'avvocato ed ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, nonché marito dell'attuale consigliera comunale Carmen Lorusso (indagata) eletta - secondo la Procura - grazie ai voti della malavita nel 2019.
Nonostante Decaro veda la faccenda come "atto di guerra, manovra della destra in vista delle elezioni", il Viminale ha subito precisato che l'accesso ispettivo non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento del Comune, bensì "ad un'approfondita verifica dell'attività amministrativa, anche a tutela degli stessi amministratori locali che potranno offrire, in quella sede, ogni utile elemento di valutazione.
A rafforzare la motivazione del Viminale è Piantedosi stesso, il quale è intervenuto nel primo pomeriggio per chiarire alcuni punti: "Il nostro governo da quando si è insediato ha già sciolto 15 comuni, qui stiamo parlando solo di commissione d'accesso - ha specificato -. Abbiamo sciolto 15 comuni in prevalenza a guida di centrodestra. Questo governo ha dichiarato guerra alle mafie non agli amministratori locali".
L'ex prefetto conferma che "questo accesso ispettivo non necessariamente è pregiudizialmente finalizzato a uno scioglimento". Però ci sono stati accessi ispettivi che hanno riguardato "comuni come quello di Reggio Calabria, come quello di Roma, e da ultimo come quello di Foggia, quindi ha riguardato sicuramente anche comuni di grandi dimensioni".
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