03 Settembre 2023
Giuliano Amato, fonte: imagoeconomica
Qual è il motivo che ha indotto Giuliano Amato (a 43 anni di distanza) a dichiarare che la strage di Ustica è stata commessa dai francesi nel tentativo di eliminare il Colonnello Gheddafi?
Partendo dalla seconda domanda, non c’è nulla di nuovo. Nel 2007, il Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, che all'epoca della strage (27 giugno 1980) era il Presidente del Consiglio dei Ministri in carica, riferendo all'Autorità giudiziaria, attribuì la responsabilità involontaria dell'abbattimento a un missile francese «a risonanza e non a impatto», lanciato da un velivolo dell'Aéronavale decollato dalla portaerei Clemenceau (poi rettificato in Foch), e dichiarò che furono i Servizi Segreti italiani ad informare lui e l'allora (2007) Ministro dell'Interno Giuliano Amato dell'accaduto. Il missile era destinato, nelle intenzioni del lanciatore, a un velivolo libico su cui, a detta di Cossiga, si sarebbe trovato il dittatore libico Mu'ammar Gheddafi.
Screditare la Francia, alimentando quel clima antifrancese che – nonostante gli stretti rapporti economici – impedisce la realizzazione di quell’asse tra i tre grandi Paesi mediterranei (Italia, Francia e Spagna) che è l’unica (e forse ultima) speranza di evitare che l’Unione Europea si dissolva, infiltrata com’è dagli Stati Uniti. Il COVID19 e la guerra russo ucraina hanno rappresentato punti di svolta nei rapporti tra Stati Uniti e Unione Europea. Il ruolo della Germania è stato ridimensionato, l’attentato terroristico che ha distrutto il gasdotto Nord Stream ha segnato la fine dell’egemonia tedesca, frutto del costante appoggio americano. La Germania, favorita dagli americani, grazie allo spread e alla sua politica monetarista ha portato il nostro Paese vicino alla recessione tecnica (il PIL del secondo trimestre 2023 è calato dello 0,4% sul trimestre precedente). Ora sarebbe il momento di approfittare della sua debolezza per rafforzare il peso dei Paesi mediterranei e – auspicabilmente – avviare un processo di profonda revisione delle istituzioni comunitarie.
In questo contesto vanno inquadrate – a mio avviso – le dichiarazioni di Giuliano Amato, utile topo con cui gioca il gatto americano.
Rammento che sia Francesco Cossiga che Giuliano Amato sono sempre stati fedelissimi di Washington, a differenza di Bettino Craxi, che ebbe la dignità e il coraggio (fisico e politico) di opporsi agli USA a Sigonella.
Condivido pienamente i commenti a caldo del Generale Leonardo Tricarico: “Sono andato a scorrere la sua audizione del 2001 davanti al Pubblico Ministero Rosselli che indagava su Ustica e non ho trovato traccia di buona parte delle cose che ha detto a Repubblica. Non capisco come sotto giuramento non abbia avvertito la necessità di rendere al pm le verità di cui oggi è fermamente convinto… Amato costellò di “non ricordo” una parte non trascurabile delle sue risposte. Strano che oggi, a distanza di 22 anni, ricordi tutti quei particolari consegnati al quotidiano”.
Nello scorso mese di luglio, un fatto estremamente grave è passato quasi del tutto inosservato: la Commissione europea ha nominato un'economista statunitense che ha lavorato in passato con le aziende Big Tech come capo del dipartimento per la Concorrenza, nonostante l'opposizione del Governo francese.
La nomina di Fiona Scott Morton, ex economista della concorrenza del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti con un importante passato da lobbista per conto di Apple, Amazon e Microsoft, è stato un atto gravissimo, una diretta ingerenza degli USA nella politica comunitaria.
Oggi, grazie a questa nomina, l’Unione Europea (già totalmente succube della NATO e dell’OMS), ha consegnato agli americani la propria ultima arma, il dipartimento per la Concorrenza, che in passato aveva emesso provvedimenti sanzionatori contro aziende statunitensi.
Giorgia Meloni, ancora una volta del tutto inadeguata, aveva avallato la nomina.
Ci deve essere qualche cosa di profondamente patologico nella mentalità di noi Italiani. Non so se sia pigrizia, masochismo o un’eccessiva fiducia in tutto ciò che è straniero. Nessun altro popolo europeo ha patito quello che noi patiamo da trent’anni. Qualche dato vale più di mille commenti: dal 1990 al 2020 i salari in Germania e Francia sono saliti di oltre il 30%, da noi sono scesi del 2,9%.
Nello stesso periodo il costo della vita è più che raddoppiato e la tassazione è aumentata dal 38% al 49%, raggiungendo il livello più elevato d’Europa.
Oggi, o usciamo dall’Europa (come? Con quali conseguenze? Un default è praticabile / auspicabile?) o cerchiamo di riformarla.
E l’unica via percorribile è un asse con Francia e Spagna.
Il gatto lo sa bene e mette le mani avanti. Sobilla il popolo, perseguendo la politica più antica del mondo: divide et impera.
E noi ascoltiamo il topo. Anche se è vergognoso che parli dopo 43 anni, non per affermare la verità, per amor di giustizia nei confronti delle vittime e dei loro cari, ma per fini politici.
di Alfredo Tocchi, 3 settembre 2023
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