04 Agosto 2023
L’inchiesta della Procura di Perugia sul dossieraggio non autorizzato, partita dalla denuncia del Ministro della Difesa Guido Crosetto, si è enormemente allargata, coinvolgendo pare un centinaio tra vip e politici, finiti nel mirino e spiati dal maresciallo della Guardia di Finanza Pasquale Striano, indagato con l'accusa di intrusione nei sistemi informatici statali e riservati, alla ricerca di informazioni che arricchissero quelle già contenute nelle Segnalazioni di operazioni economiche sospette (Sos). Questo il comunicato rilasciato dal pm di Perugia Raffaele Cantone, che sta coordinando le indagini, nel cercare di spiegare la situazione legata al dossieraggio illegale di politici, imprenditori e altri personaggi pubblici: "Tutto è partito da una denuncia del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha visto rivelati suoi dati personali. E in poco tempo è stato scoperto che probabilmente più di 100 tra politici e vip erano finiti nel mirino di un dossieraggio non consentito da parte di un maresciallo della Guardia di finanza. Da aprile l’ufficio sta proseguendo in assoluta riservatezza le indagini preliminari, che si sono ovviamente estese rispetto all’ipotesi originaria di violazione di notizie riservate in danno del ministro Crosetto. E sono già state sentite numerose persone ed esaminata una rilevante quantità di documenti".
Di Guido Crosetto, secondo le primissime ricostruzioni, Striano avrebbe fatto interrogare i terminali per conoscere le dichiarazioni dei redditi del politico e altri dati sensibili. Oltre a quello del Ministro della Difesa però, dagli accertamenti effettuati, gli accessi sospetti sarebbero oltre 100: all'inchiesta della Procura di Perugia toccherà capire le motivazioni di tali controlli non autorizzati. Dopo essere stato perquisito, il maresciallo è stato interrogato e, stando a quanto ricostruito da "Il Corriere della Sera", ha dichiarato di essersi attenuto a un protocollo instaurato all’interno della Direzione nazionale antimafia, presso la quale lavorava su specifica richiesta del sostituto procuratore nazionale che all’epoca si occupava del Servizio Sos, Antonio Laudati: Striano sarebbe dunque stato autorizzato a muoversi liberamente tra le varie banche dati alla ricerca di informazioni che potessero risultare utili alle varie Procure distrettuali, sulla base di spunti investigativi individuati anche di propria iniziativa proprio sulla base delle Sos che dalla Banca d’Italia, tramite l’Ufficio informazioni finanziarie, vengono trasmesse alla Guardia di finanza che poi le smista alla Direzione nazionale antimafia. Questi movimenti risultano però sospetti perchè da essi non è stata avanzata alcun tipo di indagine, e non erano state neanche richieste da nessuna Procura. L’ipotesi, avanzata dalle indagini in corso, è che Striano abbia utilizzato lo scudo della Procura nazionale, oltre all’eventuale "delega in bianco" ricevuta secondo un protocollo informale concordato con quell’ufficio, per altri scopi, forse commissionato da terze parti: perchè lo abbia fatto e chi glielo abbia ordinato resta ancora da chiarire. Di notizie contenute nelle Sos e pubblicate negli ultimi tempi sui giornali ne sono uscite molte, su vari personaggi che spaziano tra politici importanti come Matteo Renzi e Giuseppe Conte sino al portavoce di quest’ultimo, Rocco Casalino, e anche uomini dello spettacolo come fino l'ex capitano della Roma Francesco Totti. Ciononostante l'indagine non sarebbe al momento concentrata su questi nomi, ma su altri, sia famosi che non.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia