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Vertice Fao Roma, sicurezza alimentare discussa da 160 Paesi, Meloni: "Esportare dieta mediterranea contro cibo sintetico"

Meloni ha ospitato a Roma 160 Paesi al vertice Fao sulla sicurezza alimentare. Per il Premier, occasione per promuovere il soft power italiano attraverso uno dei più riconosciuti asset del Paese

25 Luglio 2023

Vertice Fao Roma, sicurezza alimentare discussa da 160 Paesi, Meloni: "Esportare dieta mediterranea contro cibo sintetico"

Giorgia Meloni; Fonte Imagoeconomica

Almeno 20 capi di Stato e di Governo, 160 Paesi rappresentati e circa 2000 partecipanti sono i numeri del vertice Fao iniziato lunedì 24 luglio a Roma e della durata di 3 giorni, fino a mercoledì 26. Tema del summit è la sicurezza alimentare, declinata nella forma attribuitale dai numerosi dossier locali che in tutto il mondo fanno delle capacità di distribuzione delle filiere alimentari uno dei principali motivi di crisi.

Aperto a Roma il vertice Fao sulla sicurezza alimentare

L’Italia, non solo Paese ospite ma soprattutto promotore dell’iniziativa, è stata rappresentata alla cerimonia di apertura dal Presidente del Consiglio Meloni, che all’indomani del vertice sull’immigrazione ha voluto tracciare, rivolgendosi ai numerosi convenuti, l’innegabile compartecipazione del tema della sicurezza alimentare e del fenomeno migratorio, comunemente affrontati dall’azione dell’esecutivo nel solco del Piano Mattei per l’Africa.

Dice Meloni all’apertura delle riunioni: “Ieri l'Italia ha ospitato la conferenza su immigrazione e sviluppo. Il nostro obiettivo è quello di assicurare a tutti il diritto a non dover emigrare, la possibilità di vivere in pace e con dignità nella propria terra. Sono le parole di Papa Francesco e la sicurezza alimentare rappresenta un tassello fondamentale per questo cammino”.

Sicurezza alimentare come fondamentale tassello alla base di uno sviluppo socio economico del continente africano traducibile nella razionalizzazione del fenomeno migratorio e nella crescita delle capacità securitarie del Mediterraneo, tema che, riporta sempre il Premier, sarà presentato come prioritario nell’agenda del G7 del 2024.

Gli argomenti in discussione: azzeramento della fame e grano ucraino

Numerosi gli argomenti sui diversi tavoli del vertice, in particolare quello dell’obbiettivo “Fame Zero 2030” (con il quale si intende, entro 7 anni, azzerare il numero di persone a rischio morte per fame o indigenza, calcolati oggi tra i 7 e gli 800 milioni) e quello del grano ucraino, dopo l’uscita di Mosca degli accordi benedetti da Ankara rimasto a marcire nei magazzini senza poter lasciare il porto di Odessa e rendendo più fragili le catene di approvvigionamento alimentare di alcuni Paesi del Sud Globale.

Tutela delle diete locali contro la globalizzazione alimentare e promozione del sistema Mediterraneo

A questi due temi Roma a voluto aggiungere un terzo elemento di discussione, quello della tutela delle diete locali in netta contrapposizione con quella “globalizzazione alimentare” che, commenta il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini, “abroga il concetto di dieta in nome di classificazioni ed improbabili etichettature che dovrebbero dirci cosa mangiare e cosa no, indipendentemente dalle quantità. Etichettature le cui semplificazioni ingannano i consumatori. Prende corpo l’idea che il cibo del futuro, quello che salverà il mondo, possa venire dai laboratori, spezzando il legame millenario tra cibo, terra e natura”. Un tema già trattato dal Governo Meloni, il primo al mondo a vietare la vendita di cibo sintetico.

Oltre a tutela dell’identità alimentare italiana, l’argomento è stato occasione per Meloni per fare ancora una volta (come già era stato ai tempi dell’Expo organizzato a Milano nel 2015 dal Governo Renzi) del cibo uno strumento di soft power attraverso il quale proiettare l’influenza culturale, per il momento, del Paese nell’estero più o meno vicino: “La nostra nazione può offrirvi uno straordinario patrimonio per affrontare il doppio fardello della malnutrizione: la coesistenza della malnutrizione e del sovrappeso che hanno un enorme impatto sui nostri sistemi sanitari. I principi della dieta mediterranea possono offrire una soluzione in questo senso, in quanto non è costosa, si basa su materie prime locali stagionali nel rispetto del territorio e della biodiversità. I principi della dieta non appartengono sono al bacino del mediterraneo, mediterranea appartengono al mondo”.

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