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Anm contro il Governo: “Da Palazzo Chigi attacco pesantissimo: colpo al cuore della magistratura. Non vogliamo scontro, lo subiamo”. Verso lo scenario del '94

La replica del rappresentante delle toghe dopo la nota diffusa da "fonti anonime" di governo in seguito ai casi giudiziari che hanno visto coinvolti Daniela Santanchè e Andrea Delmastro

08 Luglio 2023

Anm contro il Governo: “Da Palazzo Chigi attacco pesantissimo: colpo al cuore della magistratura. Non vogliamo scontro, lo subiamo”

Giuseppe Santalucia foto @LaPresse

Dopo i casi Delmastro e Santanchè e la nota diffusa da “fonti del governo”, è arrivata la dura replica di Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati.

Si riapre lo scontro tra politica e magistratura che riporta alla mente lo scenario dell'ormai lontano 1994, con Berlusconi che a Napoli, apprese dal Corriere della Sera del suo invito a comparire, relativamente alle stragi di Mafia: un rinvio a giudizio a mezzo stampa, come avvenuto per Daniela Santanché, seguita poco dopo dalla vicenda di Andrea Delmastro

Nella nota partita da via Arenula, si legge, a proposito del caso di Daniela Santanchè, “lo sconcerto e il disagio per l'ennesima comunicazione a mezzo stampa di un atto che dovrebbe rimanere riservato. La riforma proposta mira ad eliminare questa anomalia tutelando l'onore di ogni cittadino presunto innocente sino a condanna definitiva”.

Per quanto riguarda invece l’imputazione coatta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, la nota recita: “l'accusa non farà altro che insistere nella richiesta di proscioglimento in coerenza con la richiesta di archiviazione. Laddove, al contrario, chiederà una condanna non farà altro che contraddire se stesso - si sottolinea -. Nel processo accusatorio il Pubblico ministero, che non è né deve essere soggetto al potere esecutivo ed è assolutamente indipendente, è il monopolista dell'azione penale e quindi razionalmente non può essere smentito da un giudice sulla base di elementi cui l'accusatore stesso non crede". Quello che viene successivamente specificato dalle medesime fonti del ministero della Giustizia è che "la grandissima parte delle imputazioni coatte si conclude, infatti, con assoluzioni dopo processi lunghi e dolorosi quanto inutili, con grande spreco di risorse umane ed economiche anche per le necessarie attività difensive. Per questo è necessaria una riforma radicale che attui pienamente il sistema accusatorio”.

Anm e “l’accusa” ai magistrati di essere politicamente schierati

Due casi a così breve distanza di tempo, che hanno portato i deputati di Fratelli d’Italia Tommaso Foti e Lucio Malan a chiedersi: “Ieri il ministro Santanchè, che nel giorno della sua informativa in Senato, riceve dai media la notizia di indagini a suo carico, con ipotizzata richiesta di proroga delle stesse, senza, peraltro, avere mai ricevuto alcuna notifica, giuste le procedure di legge; oggi il sottosegretario Delmastro che viene rinviato a giudizio dal Gip benchè il pubblico ministero ne abbia chiesto l’archiviazione. Si tratta di due circostanze a dir poco sospette che rimandano a scenari che ci auguravamo superati. Se poi tutto questo si verifica in presenza di un governo che sta riscuotendo il crescente consenso degli italiani e dei contesti internazionali, non possiamo non dirci profondamente preoccupati di quanto sta accadendo. Dobbiamo forse interpretare ciò come l’avviso della campagna elettorale del prossimo anno?”.

Inutile dire che tutto il trambusto ha irritato (e non poco) i magistrati. La dura replica è arrivata oggi negli ambiti del comitato direttivo dell’Anm. A respingere le accuse è il presidente Giuseppe Santalucia, il quale si scaglia contro Palazzo Chigi e contro Nordio: “Non meglio precisate fonti governative ci accusano di essere schierati politicamente. È un’accusa gravissima, che colpisce al cuore la magistratura, perché un magistrato fazioso, che si schiera politicamente, non è un magistrato. È una critica pesantissima che respingiamo” ha detto il rappresentante delle toghe.

La replica del rappresentante delle toghe

“La magistratura come istituzione nell’esercizio sue funzioni – continua Santalucia - viene accusata di interferenza. È un attacco pesantissimo, insidioso, soprattutto perché anonimo. Pensavo che sarebbe arrivata una smentita, invece dopo la prima nota di palazzo Chigi il giorno dopo ne arrivano due dal ministero della Giustizia che intervengono sui fatti che avevano fornito l’occasione alla nota di agenzia del giorno prima. Non credo che il ministero della Giustizia debba manifestare sconcerto, ma avendo in mano i poteri ispettivi può attivarsi chiedendo una relazione agli uffici, ma di certo deve evitare che lo sconcerto diventi pubblico e collettivo, indaghi le responsabilità del singolo e proceda”.

Commentando poi le note diffuse sui media da “fonti anonime” di Governo, Santalucia conclude: “Qui si consegna all’opinione pubblica l’idea che un magistrato ha esercitato in modo anomalo il suo portere-dovere che invece rappresenta un presidio e una garanzia di uguaglianza che sta alla base dell’obbligatorietà dell’azione penale. Perché un pm che pretende di non essere smentito dal giudice è fuori dalla Costituzione”.

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