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La commissione d'inchiesta sul Covid rischia di essere la gag di Stanlio e Ollio

Da un anno viene annunciata ma non parte mai: il potere è diventato opposizione e non vuole rivelazioni, l'opposizione è diventata potere e vuol durare; in più, buona parte del governo di prima sta in quello di adesso. E la UE preme per rinnovare il regime sanitario.

28 Giugno 2023

Stanlio e Ollio

Il viceministro Galeazzo Bignami in una intervista a questa testata annuncia il varo della commissione d’inchiesta sul Covid ma il rischio è quello della famosa gag di Stanlio e Ollio, “ariveduorci, adìo” e non partono mai. Di questa commissione che dovrebbe far luce sui misfatti del regime sanitario si parla da un anno, dall’uscita di scena, più fittizia che reale, di Draghi: nel frattempo sono cambiate le cose, chi stava al potere è passato all’opposizione e temporeggia, punta a sabotare, ostacola una commissione che non ha nessun interesse a veder funzionare; chi stava all’opposizione, in parte, è andato a comandare e in questi casi si diventa morbidi, si cambia prospettiva, tanto più che nel governo attuale ci stanno fior di complici, di responsabili già nel governo precedente. Insomma vogliono durare. Il viceministro Bignami fa il politico, usa locuzioni alla vasellina, ma sa benissimo che molti, anche nella sua maggioranza, anche nel suo partito, dicono: ma che cazzo d’altro vuole la gente? Non ci ha già pensato Mario Giordano in televisione ad aprire gli armadi, a far rotolare gli scheletri? La commissione va disinnescata, va resa fumo negli occhi per chi chiede giustizia. E sarà anche vero che non tocca a una commissione parlamentare farla, sarà pur vero che nessuna commissione ha mai risolto niente, ma o la si fa seriamente per tirare fuori il marcio che ancora sta chiuso negli armadi oppure è inutile continuare ad annunciarla.

Perché l’unico risultato possibile è questo, tirar fuori, scoperchiare o rimarcare le mille vergogne perpetrate a damnatio memoriae. Il resto, il giudizio, dovrebbe spettare alla magistratura e qui le speranze si perdono definitivamente posto che la magistratura italiana un potente non lo ha mai condannato e che il vertice del potere giudiziario non perde giorno per ribadirne la concordanza al potere gradito e, da ultimo, alla legislazione europea, ultra nazionale. Una mostruosità accolta con grande nonchalance, con ammiccamenti dai giuristi di servizio. La commissione, dice il viceministro, non si sa quando partirà, non si sa chi avrà come presidente, però dovrebbe fare presto e bene: intanto si insedia, se si insedia, a luglio, poi va in ferie, se ne riparla a ottobre solo per le procedure obbligatorie, campa cavallo. La sensazione è che, come sempre, all’italiana, di un golpe in maschera, di un regime concentrazionario nessuno voglia davvero più sentir parlare: e un po’ perché troppe e troppo grosse sono state le porcate di stampo eversivo, per diretta ammissione dei responsabili e come si evince dalle chat portate allo scoperto, e un po’ perché tira una brutta arietta, come di attesa per rifare tutto da capo, “però questa volta cattivi”. Gli strumenti repressivi non sono stati aboliti dal governo attuale, solo congelati ma prontissimi ad essere ripresi, se possibile nelle versioni tecnologiche aggiornate e più micidiali. L’Europa preme per nuove psicosi. Il disegno, palesemente esposto, è quello di unire le varie paranoie, climatica, ambientale, sanitaria, in una megaemergenza perenne con cui sviluppare un controllo definitivo e paranoico di stampo dittatoriale. La spersonalizzazione dell’individuo da trasformare in un mattone tra gli altri mattoni è a buon punto e ogni giorno fa un passo avanti. I disperati che vagano con la mascherina per strade assolate o metropolitane non accennano a scemare. I boss delle case produttrici di questi preparati genici pretendono apertamente di smaltire le dosi scadute con somministrazioni violente di massa per poi partire subito con quelle nuove. La casta degli stregoni non molla. La propaganda è strisciante come sempre. Il sistema mediatico continua imperterrito a riprodurre le finte lettere di finti squilibrati che chiedono se sia opportuno farsi la quinta dose prima di partire per le vacanze (in calce, la pubblicità della Pfizer, però “non vincolante”). OMS e UE si saldano in nuovi disegni di controllo e censura di sapore totalitario. Il talebano Bassetti può farsi una foto col ministro della salute Schillaci, degno successore di Speranza, e dire: siamo d’accordo tutto a partire dai vaccini. Per gli esami di maturità avrebbero potuto proporre almeno un tema sul periodo allucinante, antistorico del lockdown, del grande terrore medievale, delle libertà negate: sarebbe stato interessante capire dalla mente degli adolescenti come hanno vissuto un periodo alienante e spaventosamente folle, ingiusto, inutile ma non si sono azzardati, cane non mangia cane e la mano nera della UE può sempre punire col ricatto dei finanziamenti.

Il viceministro Bignami, da politico, gioca di litote, si salva nei dubitativi, “Forse non c’è stata piena trasparenza”, “Siamo sicuri che si sia accertata la verità dei fatti?”: alla faccia della cautela! Un politico, questo lo capiamo, non può andare con gli scarponi sul percorso di guerra, ma noi, noi non politici, che ci portiamo addosso lo stress post traumatico di chi dalla guerra è tornato, e una guerra assurda, bugiarda, criminale, una guerra non contro il virus ma contro la dignità dell’uomo e del cittadino, noi abbiamo altre certezze: che la verità non solo non è stata accertata ma non la si vuole accertare, che un governo dove due partiti su tre facevano parte del governo precedente, ed il cui primo ministro ha come consigliere il predecessore ossia quello che ha preso il regime abbozzato da Conte e l’ha portato a compimento, non ha nessuna voglia di complicarsi la vita. Insomma tutti colpevoli, nessun colpevole e questa è la solita via italiana per la giustizia impunitaria. Tanto la plebe ha già avuto soddisfazione, le porcate di stampo eversivo più o meno le conosce, facessero il favore di non disturbare, andassero al mare fin che possono che del doman non v’è certezza ma una forte probabilità sì: questa è una tregua e non si sa quanto durerà.

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