Domenica, 07 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Daniela Santanchè e la linea difensiva che esporrà in aula: "Nessuna questione, Visibilia non ha debiti e non ho cariche in Ki Group dal 2020" - RUMORS

Come si apprende da voci di corridoio raccolte da il Giornale d'Italia che corrono a Palazzo Chigi e sono molto vicine al dossier, il succo dell’arringa di Santanchè punterà sia sull’assenza di debiti di Visibilia sia sul ruolo ricoperto in Ki Group, nella quale la ministra non ha più alcuna carica dal giugno del 2020, quando si è dimessa

27 Giugno 2023

Daniela Santanchè  e la linea difensiva che esporrà in aula: "Nessuna questione, Visibilia non ha debiti e non ho cariche in Ki Group dal 2020" - RUMORS

Daniela Santanchè pronta a chiarire in aula su Visibilia e Ki Group, dopo l’inchiesta di Report.

Come si apprende da voci di corridoio raccolte da il Giornale d'Italia che corrono a Palazzo Chigi e sono molto vicine al dossier, il succo dell’arringa di Santanchè punterà sia sull’assenza di debiti di Visibilia sia sul ruolo ricoperto in Ki Group, nella quale la ministra non ha più alcuna carica dal giugno del 2020, quando si è dimessa. 
Il 19 Giugno 2020, l'azienda ha infatti comunicato le "dimissioni dal Consiglio di Amministrazione della Presidente, la dott.ssa Daniela Garnero Santanchè, per impegni personali derivanti dagli incarichi istituzionali".
In tale periodo l'azienda esprimeva ricavi per € 30,234 milioni, con un Ebitda negativo di € 1,952. Nel 2020 è infatti uscita e rimasta azionista con il 5%, senza alcun coinvolgimento nella gestione, sic stantibus rebus, il fatto non sussisterebbe.

Ritornando a Visibilia, il bilancio chiuso al 31.12.2022, evidenzia ricavi stabili a circa € 4 milioni, con un risultato negativo pe € 1,3 milioni. A livello di debiti, quelli verso le banche entro i 12 mesi ammontano a 322,6 mila euro, mentre quelli oltre i 12 mesi sono pari a 797,2 mila euro. Sulla base dei dati pubblicati dalla società tra i soggetti creditori dell'azienda figurano la Banca Popolare di Sondrio, verso cui il debito per mutuo chirografario ammonta a 241,1 mila euro, dopo essere stato rinegoziato nel corso del 2016 con l'istituto stesso per un periodo di 9 anni, la cui ultima rata è in scadenza al 31 luglio 2024. Nei confronti della Banca Popolare di Milano il debito si attesta a 316,5 milioni di euro, rinegoziato anch'esso nel corso del 2016 per un periodo di 10 esercizi con 1 anno di preammoartamento scadente l'ultima rata il 31 dicembre 2025, dopo aver accolto nel luglio del 2020 la richiesta di moratoria a seguito della pandemia, sospendendo i pagamenti delle rate per 12 mesi, spostando di fatto la scadenza dell'ultima rata al 31 gennaio 2027. Nel corso del 2022 in virtù dell'acquisizione del Credito Valtellinese da parte del Credit Agricole la rateizzazione si è momentaneamente interrotta causa volture burocratiche da parte dei 2 istituti coinvolti che hanno impedito l'operatività e anche il versamento delle rate in essere, come da loro indicazione. 

Per quanto riguarda i tributati scaduti, questi ammontano a 1,2 miliardi di euro. La società, al riguardo, ha deciso di avvalersi delle normative in vigore, che le hanno consentito di dilazionare i pagamenti verso l'erario, mentre tutte le sanzioni e gli interessi sono stati stanziati nell'apposito fondo. I debiti previdenziali scaduti, invece, si attestano a 535,8 milioni di euro, e sono oggeto di rateizzazione in 12/24 mensilità con gli enti di riferimento a partire dal mese di luglio 2015 e rimangono tuttora tali. 

Decideranno i capigruppo del Senato nella loro conferenza oggi alle 16 quando e come la ministra Santanchè dovrà riferire in Parlamento, dopo l’inchiesta di Report, sulla gestione delle sue attività Visibilia e Ki Group. 

L’inchiesta di RaiTre parla di fornitori non pagati, dipendenti licenziati e lasciati senza Tfr, ed infine anche di prestiti che sarebbero stati chiesti ed ottenuti da Visibilia durante il periodo Covid e che non sarebbero ancora stati restituiti.

Tutte accuse che comunque la ministra nega e che è pronta a riferire in aula “mettendoci la faccia”. 

Le opposizioni chiedono le dimissioni, ma non dimentichiamo il garantismo

Le opposizioni sono agguerrite e chiedono le dimissioni della ministra del turismo, che però rimane ferma sulla sua posizione.La ministra ha più volte dichiarato che non ha nessuna intenzione di dimettersi, «Dimettermi? Per cosa? Siate seri, andiamo dietro a Report?», replica. E aggiunge: «Mi sembra che la maggioranza sia non solo compatta ma più compatta. Dovete cercare altre cose per far sì che la maggioranza non sia compatta». 

Intervengono anche gli esponenti della maggioranza, alcuni sorprendentemente contro la ministra, che però non sembra preoccupata da ciò e dichiara: «Mi sembra che la maggioranza sia non solo compatta, ma più compatta. Dovete cercare altre cose per far sì che non lo sia».

Anche il ministro Matteo Salvini si è espresso sulla questione, schierandosi apertamente dalla parte di Santanchè, dandole completa fiducia ed asserendo che, per quanto lo riguarda, potrebbe anche non presentarsi in Parlamento e che la scelta dovrebbe essere solo della ministra. 

Il dubbio sulla calendarizzazione del chiarimento di Santanchè sulle sue società

Il chiarimento da parte di Santanchè potrebbe però slittare alla prossima settimana in quanto, stando agli impegni già fissati nell’agenda parlamentare, non ci sarebbero ‘buchi’ disponibili questa settimana. L’unico sarebbe giovedì mattina ma, come riportato, ci saebbe il sindacato ispettivo. Il PD comunque non molla :«Noi vorremmo che Santanchè rispondesse nel merito e in modo puntuale all’interrogazione che abbiamo presentato. […] Calendarizzando l’informativa urgente, che non prevede un voto, Santanché viene in aula e fa il suo show, spiegano i dem. Vogliamo risposte precise alle domande che abbiamo fatto».

Santanchè verso il chiarimento in Senato

Il chiarimento che viene dunque invocato dalle opposizioni ed anche da una parte della maggioranza è una informativa, e non prevede dunque nessun voto in aula. Per questo motivo la ministra sarebbe orientata a non rispondere alle accuse alla Camera, dove i numeri della coalizione di governo sono più forti, ma in Senato, il cui presidente Ignazio La Russa è stato legale delle sue aziende e l’ha fortemente voluta in questo esecutivo. 

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x