24 Maggio 2023
Giorgia Meloni, Stefano Bonaccini; Fonte: ImagoEconomica
Iniziano le prime discussioni per il dopo alluvione. Il governo sembrerebbe diviso in particolare attorno al tema “commissario per la ricostruzione”. Fratelli d’Italia e, più timidamente, Forza Italia sarebbero propensi al nome del governatore dell’Emilia Romagna, e commissario per la gestione della crisi, Stefano Bonaccini. Contraria la lega, nonostante alcune voci discordanti: secondo diversi osservatori, al momento, l’ipotesi più probabile è quella di un commissario tecnico.
L’emergenza alluvione sembra essersi avviata alla fine. Oltre ai campi e alle strade, ora, in Emilia Romagna iniziano ad affiorare anche le prime discussioni riguardo al “dopo crisi”. È in particolare il tema della nomina del commissario per la ricostruzione ad accendere intensi dibattiti tra gli alleati dell’esecutivo a Roma. Secondo fonti informate di Palazzo Chigi, infatti, il premier Meloni sarebbe intenzionato ad investire dell’importante carica l’attuale commissario per l’emergenza, nonché presidente della regione, Stefano Bonaccini. Tra i due correrebbe un profondo rispetto, nonostante l’opposto posizionamento dei rispettivi partiti. Un feeling ben manifestatosi dalla conferenza dei vertici della gestione dell’emergenza svoltasi in questi giorni, che ha visto l’intervento di Bonaccini platealmente apprezzato dal presidente del consiglio, che ha più volte annuito convintamente alle parole dell’esponente del PD.
Tra gli alleati di Meloni, Forza Italia sembra accodarsi al nome pensato dal premier, con Maurizio Gasparri che ieri, martedì 24 maggio, ha commentato: “Rispettare il territorio sarebbe abbastanza logico anche per una responsabilità e gestione condivisa di un'emergenza del Paese”.
I dubbi su un Bonaccini commissario per la ricostruzione, però, arrivano dalle fila della Lega, in particolare dagli ambienti più vicini al segretario Salvini. È proprio il leader del carroccio a svilire la candidatura del presidente della regione, ventilando anche l’ipotesi, senza tuttavia fare nomi, di una certa corresponsabilità nella tragedia delle esondazioni in Emilia Romagna da parte di chi quei territori li ha amministrati. “In Emilia Romagna – Sarebbero state le parole di Salvini - scelte figlie di un certo pseudo ambientalismo ideologico hanno aggravato gli effetti già pesanti dell'alluvione. C'è chi ha evitato di portare a termine infrastrutture importanti pur di salvare la vita di nutrie e topi”. Accuse che, secondo molti osservatori, potrebbero però essere rivolte all’ex vice presidente della regione Emilia Romagna con delega al Patto per il Clima, e quindi alla prevenzione dei rischi idrogeologici, l’attuale segretario del Partito Democratico Elly Schlein.
Nonostante l’apparente contrarietà del leader del carroccio, tuttavia, altre voci si alzano in ambienti leghisti, voci più concilianti. Sono ad esempio le parole del presidente della regione Veneto Luca Zaia, dopo Salvini forse il soggetto più influente nel partito, a manifestare un dibattito ancora in corso in casa Lega. Intercettato dai giornalisti all’uscita da Palazzo Chigi, Zaia avrebbe infatti commentato, riguardo alla nomina del commissario per la ricostruzione: “Storicamente è sempre accaduto che lo fanno i presidenti di Regione. Dopodiché non compete a me la nomina, ma al consiglio dei Ministri”. Un chiaro appoggio all’espressione Bonaccini, con il quale non si sono mai nascosti i buoni rapporti.
Un dibattito aperto, per il quale la maggioranza sembra non voler far montare i toni. “Per questa nomina – rivelano fonti dell'esecutivo - i tempi sono assolutamente prematuri: ora bisogna affrontare l'emergenza, poi ci sarà il censimento e la mappatura dei danni. Inoltre, non dimentichiamo mai che questo disastro non ha coinvolto solo l'Emilia-Romagna ma anche le Marche”. È in particolare l’ultima parte della nota a sembrar fare deragliare l’ipotesi Bonaccini. L’evidenziazione di altre realtà, oltre a quella emiliano romagnola, necessitanti interventi di ricostruzione dopo le alluvioni degli ultimi giorni, sgonfia le spinte per una guida figlia del territorio. Secondo molti osservatori, quindi, al momento l’ipotesi più probabile sarebbe quella della nomina di un commissario tecnico.
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