11 Aprile 2023
Calenda e Renzi, fonte: imagoeconomica
Stop partito unico e fine del Terzo Polo. Tra Calenda e Renzi è finita a meno di clamorosi colpi di scena. Le posizioni tra i due vengono definite "inconciliabili" dopo una giornata in cui le voci di tensioni si erano fatte sempre più forti. Dallo staff di Calenda accusano: "Quando si decide di sposarsi bisogna essere in due, a questo punto da Matteo servirebbe un chiarimento radicale", mentre da quello dell'ex premier replicano: "È stato Carlo a voler rompere, Renzi ha dato tutta la sua disponibilità a discutere".
Scintille tra Azione e Italia Viva. A rivelarle sarebbe un alto dirigente del Partito di Calenda, che imputa all’ex premier Renzi la responsabilità di una frattura sempre più profonda tra i due gruppi. "L'unico problema dirimente oggi per la costruzione del partito unico dei liberal-democratici è che Renzi non vuole prendere l'impegno a sciogliere Italia Viva e a finanziare il nuovo soggetto e le campagne elettorali". Con queste parole la fonte, per adesso anonima, commenta i retroscena del Terzo Polo apparsi sui giornali nelle ultime settimane: “Inaccettabili i tatticismi durati mesi dell’ex Premier”.
A rischio la stessa nascita del partito unico: “La pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita. In settimana si capirà se questo nodo si potrà sciogliere. Se così non sarà il partito unico non potrà nascere”. Vengono mosse in particolare accuse nei confronti di Renzi a causa della gestione, questa la percezione negli ambienti di Azione, troppo autoritaria del Terzo Polo. “Matteo Renzi – continua la fonte - ha sostituito a sorpresa Rosato alla guida del partito, per controllarne direttamente i soldi e la struttura. In questo modo ha delegittimato anche il comitato politico della federazione del Terzo Polo dove oggi non siede nessun rappresentante di IV in grado di prendere impegni”.
A quanto pare, anche lo stesso Calenda inizierebbe a soffrire l’atteggiamento del collega, probabilmente deluso dalla débâcle delle regionali in Friuli. “Calenda – conclude la fonte - ritiene inaccettabile questo atteggiamento in quanto contrario agli impegni presi con gli elettori. Dopo mesi di tatticismi da parte di Renzi sul partito unico e le sue assenze dalle attività del Terzo Polo per occuparsi di affari privati, a cui da ultimo si è aggiunto Il Riformista, la pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita”.
In giornata Italia Viva risponde alle accuse con una nota di Alessia Cappello e Ciro Buonaiuto, portavoce nazionali del partito. "Abbiamo deciso – precisa la nota - di fare un congresso democratico in cui ci si confronti a viso aperto e non con le veline anonime. Ci sono le date già fissate, ci sono le regole decise da Calenda comprese quelle sul tesseramento, ci sono i gruppi di lavoro con i nomi già decisi, c'è il comitato politico. Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C'è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi".
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