Sgarbi, Carfagna lo trascina in tribunale, Giunta nega immunità. Disse: "Mascherina fa male. Sorcagna: capra e cretina"

Vittorio Sgarbi andrà a processo per diffamazione per le affermazioni contro Mara Carfagna nel 2020. La Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio ha negato l'immunità al deputato di Noi Moderati-Rinascimento. Lui si era appellato all'insindacabilità delle opinioni espresse in quanto rientranti "nell'esercizio della funzione parlamentare". 

Sgarbi vs Carfagna finisce in Tribunale

Che Vittorio Sgarbi non abbia una tempra docile è noto a tutti. Questa volta, forse, ha alzato troppo i toni e per questo dovrà sostenere un processo per diffamazione. La Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio gli ha negato l'immunità parlamentare approvando all'unanimità la relazione della dem Antonella Forattini. 

L'episodio incriminato, che ora passerà al vaglio del giudice civile del Tribunale di Roma, Roberta Nocella, risale a tre anni fa. Mara Carfagna, allora vicepresidente della Camera, ha chiesto al sottosegretario alla Cultura di mettersi sulla bocca e sul naso la mascherina anti-Covid. Poiché lui si è rifiutato e ha continuato a tenerla appesa agli occhiali, è stato scortato fuori. E sospeso per 15 giorni. 

Da casa sua è poi esplosa la rabbia, soprattutto contro la Carfagna, in tre video consecutivi. Nel primo dice: "Io la mascherina la indosso come voglio e farei meglio a non indossarla perché fa male. Serve solo il distanziamento sociale. Capra!".

In un secondo ha rincarato la dose: "Mi hanno cacciato dal Parlamento per quindici giorni, la conferenza dei capigruppo del c..., con la Sor-cagna, con la Carfagna, la Sorcagna che dice, la Sorcagna ecco la Sorcagna che dice: 'Ha cercato anche di negare di avermi insultata', ma come posso insultare una che non esiste, ma vaffanc..".

L'exploit nell'ultimo: "Quella intollerabile cretina della Carfagna dice 'isolatevi'; quella poveretta, in Parlamento solo per essere stata in ginocchio davanti a Berlusconi. Capre! Carfagna capra! Mi fa schifo che mi rappresentiate in Parlamento, sono stato cacciato, tornerò per mandarvi a fare in c... come vi meritate, ridicoli, schifosi, balordi, orridi, addio".

L'avvocato dell'Onorevole si era appellato all'insindacabilità delle sue opinioni espresse in quanto rientranti "nell'esercizio della funzione parlamentare", ma la Giunta non concorda: rischia di dover pagare un risarcimento fino a 30 mila euro.