05 Gennaio 2023
Giorgia Meloni, Fonte: Imagoeconomica
L’articolo 19, comma 8 della legge Bassanini sulla pubblica amministrazione del 2001 afferma che gli "incarichi di funzione dirigenziale" quali vertici dei ministeri o delle agenzie "cessano decorsi novanta giorni dal voto di fiducia del governo". “Personalmente non trovo nulla di strano che un governo politico, dopo undici anni, si assuma delle responsabilità, cambiando se lo ritiene i vertici delle società e degli apparati di governo. Chiamatelo pure spoils system". Queste le parole di Giorgia Meloni.
Il primo nome a saltare sarà quello di Nicola Magrini, direttore generale dell'Agenzia del farmaco (AIFA), si tratta di uno dei tecnici di punta nella lotta alla pandemia da Covid 19. Non si conosce ancora chi lo sostituirà. Poi dovrebbe toccare a Alessandro Rivera (MEF). In questo caso, in ci sarebbe già una breve rosa di nomi in lizza per la sua successione. Tra questi spicca Antonino Turicchi, presidente di Ita, e il dirigente Mef Stefano Scalera.
Potrebbe rimanere al suo posto il Ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta. A FdI non sono andate giù molte cose della sua gestione, ma Meloni e Co. riconoscono la sua grande esperienza, a oggi difficile da rimpiazzare. Non così ottimista di rimanere al suo posto Valeria Vaccaro, capo del Dipartimento dell'Amministrazione generale. Anche l'attuale amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti Dario Scannapieco sembra sul punto di liberare la propria scrivania.
Cambi in vista nelle Agenzie fiscal dove Benedetto Mineo dovrebbe prendere il posto di Marcello Minenna. Ernesto Maria Ruffini va verso la riconferma alle Entrate. Si salvano il presidente dell'Inps Pasquale Tridico e il commissario dell'Anpal Raffaele Tangorra. Qui l'obiettivo è cambiare corso sul Reddito di cittadinanza
Saluterà l'AIFA Nicola Magrini, cui Orazio Schillaci ha congedato con una lettera: "Nel ringraziarla per il prezioso lavoro svolto presso l'agenzia, le rappresento che non è mia intenzione confermarla nell'incarico". Fino al 23 gennaio è invitato dal ministro "a limitarsi alla cura delle attività di ordinaria amministrazione". Fino a pochi giorni fa il direttore dell'agenzia del farmaco insisteva con l'importanza sulle vaccinazioni. Ma anche qui, il nuovo corso del governo, prevede volti nuovi.
A Palazzo Chigi manovre in vista per cambiare la governance del Pnrr, su cui Meloni ha già le idee chiare, mentre l'ultima sostituzione in ordine di tempo è quella di Legnini con Castelli, nominato per la ricostruzione post-sisma a Norcia. Sull'istruzione via la direttrice generale dell'Unità di missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, Simona Montesarchio. Anche qui, pesano i ritardi del Pnrr nel settore istruzione.
Ne dà una lettura ampia Giorgia Meloni: "Credo che il problema del rapporto tra la macchina burocratica e la politica sia stato fondamentalmente nella debolezza della politica. La macchina amministrativa ha sempre guardato il ministro di turno o il presidente (del Consiglio, ndr) come un passante e in molti casi ha preso il sopravvento. Perciò si augura "una revisione profonda della legge Bassanini", che dia ai politici gli strumenti del loro potere.
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