03 Gennaio 2023
Ha lavorato alla Banca mondiale insieme con Mario Draghi. E ora, a 73 anni, il banchiere Antonio Guizzetti si è candidato alla segreteria del Pd. Originario di Bergamo, un lungo curriculum internazionale, Guizzetti, se troverà le 4mila firme necessarie, sarà il quinto candidato a correre per il dopo Enrico Letta insieme con Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo. “Avverto nel percorso congressuale una certa improvvisazione, mancanza di competenze e progettualità”, ha spiegato il neocandidato, che si è iscritto al Partito democratico lo scorso dicembre. “Il dibattito interno si sta sviluppando sul tema delle alleanze anziché parlare dei programmi e della missione che dovrebbe portare avanti un partito come il Pd”.
Gli altri quattro candidati alla guida del Nazareno sono esponenti di spicco del Pd e figure politiche note da tempo. Se Schlein è il volto nuovo, Bonaccini, De Micheli ricoprono e hanno avuto incarichi istituzionali di rilievo, mentre Cuperlo rappresenta l’ala più a sinistra del partito. Guizzetti, invece, è iscritto al Pd da un mese scarso. “Mi considero un underdog, uno sfavorito”, ha detto il banchiere a Repubblica. “Non appartengo a nessuna corrente interna né a gruppi di potere, ma credo che la mia trentennale esperienza internazionale possa dare un contributo importante al Pd”. E Draghi? “Ero a stretto contatto con Daghi. Credo che abbia interpretato molto bene il suo ruolo: è riuscito a dare una boccata di ossigeno alla Banca mondiale”. Sull’operato politico dell’ex premier, però, Guizzetti ha un’opinione leggermente differente: “Non è stato capace di interpretare quel ruolo di mediazione e compromessi che un politico italiano deve fare per poter gestire la cosa pubblica. Non ha potuto dare quel contributo che un uomo del suo valore avrebbe potuto dare ad un Paese come l’Italia”.
E gli altri candidati? "Bonaccini è sicuramente un ottimo amministratore”, ha sottolineato il bergamasco. “Per le idee mi sento più vicino a Schlein, ma ho anche una grande stima per Cuperlo. Credo che il Pd abbia bisogno di un rinnovamento totale della classe dirigente, di abbattere le correnti. Il segretario non lo decidono Bettini e Franceschini”.
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