23 Dicembre 2022
Le parole della premier Giorgia Meloni sulla ratifica del Mes hanno sollevato immediatamente l'opposizione. Già i giorni precedenti Italia Viva e Matteo Renzi avevano criticato le parole del Ministro Giorgetti il quale aveva dichiarato che avrebbe deciso di consultare il Parlamento per poter comprendere se fosse il caso di ratificare il Meccanismo europeo di stabilità.
Il Meccanismo europeo di stabilità si è chiuso con un secco no da parte di una Giorgia Meloni che ha dichiarato che "non sarebbe stato ratificato". Il giuramento, dice il premier, l'avrebbe "firmato col sangue". Ma per Calenda quelle parole sono pericolose in quanto l'Italia ha bisogno di soldi e ne ha bisogno anche e soprattutto per la sanità che prevede spese extra per 8 miliardi come è stato più volte ribadito durante i lavori di preparazione della legge di bilancio.
Carlo Calenda ha infatti rivelato di aver scambiato degli SMS con Giorgia Meloni che è consapevole delle necessità del Paese, ma che non sarebbe comunque disposta a ratificare il Mes. Come ha detto anche il Ministro Giorgetti a Lagarde "il Parlamento è sovrano e non si può andare contro il Parlamento. Ma immediatamente l'opposizione ha detto che interrogare il Parlamento corrisponde esattamente nella volontà di bloccare la ratifica. Nella querelle si è introdotta anche la Lagarde che ha ricordato come il meccanismo di ratifica (che dovrebbe consentire all'Italia di dare soldi a paesi in difficoltà anche extra Ue, una ratifica pro-ucraina, in sostanza, n.d.r.) sia legato ad altri meccanismi di acquisto di bond. L'intervento della lagarde ha poi scatenato le ire di Crosetto.
In questa polemica si è dunque inserito carlo Calenda il quale ha dichiarato: "Ho mandato un whatsapp alla Meloni, guarda che il 2023 è l'anno in cui la Sanità salta per aria. Lei mi ha scritto lo so, però... Io le ho detto, devi fare questo altrimenti le famiglie, giustamente, andranno per strada a protestare".
Interviene anche il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni. "Rispetto la posizione della presidente del Consiglio che ha detto di non volerlo utilizzare", ha detto l'ex premier intervistato a 'Radio Anch'io'. "Poi c'è un altro tema: la revisione dello statuto di questo fondo con cui l'Italia ha concordato un paio di anni fa. Penso che ratificare questo statuto sia nell'ordine delle cose perché pacta sunt servanda e perché ratificarlo non significa necessariamente utilizzarlo".
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