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Armi all'Ucraina, Camera approva mozione di maggioranza, Pd e Terzo Polo. Conte: "Governo guerrafondaio"

Bocciati i testi di Verdi-SI e Movimento con Conte che accusa il governo. Spese militari al 2% del Pil entro il 2028

01 Dicembre 2022

Armi all'Ucraina, Camera approva mozione di maggioranza e Pd, e Terzo Polo sull'invio fino al 2023

Maggioranza, Pd e Terzo Polo fanno fronte comune e sono tutte d'accordo per prolungare l'invio di armi in Ucraina per tutto il 2023. Un tema scottante che nei giorni scorsi ha suscitato polemiche dal fronte dem, che chiedeva un decreto ad hoc che verrà discusso quest'oggi in cdm e non un emendamento come invece aveva fatto il governo nel dl Calabria. La Camera ieri ha approvato la mozione del centrodestra. Un dettaglio: le spese militari verranno portate al 2% entro il 2028.

Armi all'Ucraina, maggioranza, Pd e Terzo Polo fanno fronte comune

Fronte comune sull'invio di armi anche se sono state votate tre diverse mozioni. Bocciati invece i testi di Verdi e M5s con Giuseppe Conte, che contraccambia definendo il governo "guerrafondaio". Il testo è stato votato anche dal Terzo Polo che nei giorni scorsi con Calenda ha offerto una sponda al premier per un tavolo sulla manovra, uscendone soddisfatto. Il suo testo simile a quello presentato dalla maggioranza non è stato votato per il semplice fatto che nella maggioranza serpeggiano malumori per la mano tesa di Meloni all'opposizione. In particolare da FI. Insofferenza da Iv: "Il governo non avrebbe dovuto rimettersi all'Aula - lamenta Ettore Rosato - ma dovrebbe esprimere una linea del Paese in questo Parlamento". 

Zelensky può dirsi soddisfatto. Il documento presentato da FdI, Lega e FI impegna l'esecutivo a "sostenere le iniziative normative" per prorogare per tutto l'anno prossimo la cessione di scorte militari all'Ucraina. Su tutte le furie Giuseppe Conte: "Se il governo vuole continuare a perorare questa linea guerrafondaia, armi a oltranza e zero negoziati, non si nasconda, venga in Parlamento a dirlo, venga a metterci la faccia". Il M5s chiedeva che qualsiasi nuovo invio fosse licenziato col parere favorevole di Camera e Senato, ma il testo è stato respinto, e linea del governo sarà ancora quella "draghiana".

La replica di Crosetto: "Il governo sta dando esecuzione a cinque decreti presi dal precedente governo il cui principale esponente era il partito di Conte. Che dovrebbe rivolgere a sé stesso queste critiche".

Di Ivan Vito

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