30 Novembre 2022
Come avevamo anticipato nei giorni scorsi è finita la "luna di miele" con relativa apertura di credito (che aveva portato all'incontro romano con Macron) tra il capo dello Stato Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Gli "interna corporis" del Quirinale lasciano trapelare più di qualche dubbio sull'operato "ondivago" di palazzo Chigi e, pur senza entrare nel merito delle singole questioni, si comincia a mettere qualche punto fermo qua e là per evitare sbandate in un momento tanto delicato per la vita del paese.
Prima la telefonata con Macron, poi la richiesta del Decreto legge sull'invio delle armi in Ucraina (il Ministro della Difesa Crosetto su esplicita richiesta del Capo del governo avrebbe preferito una soluzione alla "chetichella" per evitare possibili problemi con gli alleati dei quali Giorgia Meloni non si fida affatto anche se già un mese fa lo stesso Crosetto aveva garantito a Mattarella che ci sarebbe stato un decreto ad hoc) ed ora, a quanto siamo in grado di ricostruire, forti perplessità ci sono anche sul tema del POS, ovvero sulla nuova soglia voluta dal governo che rende obbligatorio solo oltre i 60 euro.
La speranza del Quirinale è che il Parlamento in sede di approvazione di bilancio modifichi nuovamente la norma rendendola in linea con quanto chiesto dall'Unione Europea. Che, al momento soltanto ufficiosamente, ha già fatto sapere a Palazzo Chigi che la norma non soddisfa affatto i desiderata di Bruxelles (con conseguenze sul PNRR). E, sempre ufficiosamente, palazzo Chigi ha fatto sapere che la soglia verrà modificata in parlamento: un modo per salvare la faccia all'esecutivo di fronte all'ennesima retromarcia in arrivo. Ecco perché il Capo dello Stato, a protezione del paese, ieri in Svizzera si è affrettato a dire che "il problema dell’evasione fiscale è grave per qualunque Paese e lo è in maniera importante per l’Italia. Si è fatto molto, si opera molto su questo tema, e nel Piano nazionale di ripresa e resilienza è un tema sottolineato con molta concretezza e indicazioni. È un capitolo già definito con l’Unione europea e non vi sono segnali che venga cambiato". Insomma, dal Quirinale è partito l'ennesimo messaggio in codice indirizzato al governo.
di Marco Antonellis
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