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Fondazione Open, la Consulta dice sì al conflitto di attribuzione tra Senato e pm di Firenze

Il "Si" della Corte costituzionale sul caso Open: giudicato ammissibile lo scontro tra Stato e pm di Firenze, il 25 novembre sarà decisa la data per il rinvio a giudizio

24 Novembre 2022

Fondazione Open, la Consulta dice sì al conflitto di attribuzione tra Senato e pm di Firenze

La decisione presa oggi dalla Consulta sul caso Open dichiara ammissibile lo scontro tra i diversi poteri dello Stato, questione sollevata dal Senato contro i magistrati fiorentini lo scorso 22 febbraio. Dopo questa decisione il Gup potrebbe decidere di sospendere l’udienza preliminare già fissata a Firenze in attesa della decisione della Corte Costituzionale, che dovrà stabile nuovamente se i pm di Firenze abbiano o meno violato i diritti del parlamentare Matteo Renzi, avendo allegato all’inchiesta e-mail e messaggi di Whatsapp senza prima chiedere l’autorizzazione di Palazzo Madama.

La Consulta dice “Si” al conflitto tra pm e Stato, da giudicare l’ammissibilità delle prove

Dopo il giudizio di ammissibilità di oggi, la Corte costituzionale ha ufficialmente dato il via libera per il procedimento giudiziario riguardante Open, la fondazione che in passato raccolse denaro e finanziò l’ascesa politica di Matteo Renzi alla guida del Pd. L’inchiesta su Open vede come indagati per finanziamento illecito dei partiti, oltre ad i componenti del cosiddetto “giglio magico renziano”, anche il senatore Matteo Renzi, da qui il polverone sollevatosi in Senato sull’ammissibilità del processo.

Il giudizio di ammissibilità è stato di certo un primo, importante passo nell’indagine, ora la Corte Costituzionale dovrà però spingersi oltre giudicando se i magistrati fiorentini, che nel fascicolo riguardante l’inchiesta in atto hanno deciso di inserire anche le chat Whatsapp e le e-mail risalenti al periodo nel quale Renzi era già un senatore, avrebbero o meno dovuto chiedere la formale autorizzazione del Senato per poter acquisire quel tipo di documentazione che, per il Palazzo Madama al momento equivale ad un’attività di intercettazione.

Nel frattempo, i magistrati incaricati dell’indagine di sulla Fondazione Open hanno già richiesto il classico rinvio a giudizio per il leader di Italia Viva e gli altri protagonisti lui vicini, come la deputata ed ex ministro Maria Elena Boschi e l’ex deputato Luca Lotti, l’avvocato della Fondazione Alberto Bianchi e l’imprenditore Marco Carrai. Fin dallo scorso aprile è in corso il procedimento per l’udienza preliminare del Tribunale di Firenze per poter esaminare la richiesta di rinvio a giudizio richiesta dalla Procura per i 12 indagati. Domani 25 novembre, davanti al Gup del Tribunale di Firenze, verrà messa in calendario una nuova udienza riguardante la richiesta di rinvio a giudizio sul caso. Si prospettano dunque tempi certo non semplici per Renzi e soci, che rischiano davvero di dover rispondere di diversi illeciti, ma soprattutto dovranno andare in contro ad un processo pubblico.

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