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Elezioni politiche 2022, Giorgia Meloni: "Fascismo male assoluto? Non mi dissociai da Fini"

Giorgia Meloni rinnega le accuse relative alle sue simpatie politiche e rivendica di non essersi dissociata da Fini quando definì il fascismo come "il male assoluto"

20 Settembre 2022

Elezioni politiche 2022, Giorgia Meloni: "Fascismo male assoluto? Non mi dissociai da Fini"

Fonte: lapresse.it

La leader di Fratelli d'Italia, data in vetta tutti i sondaggi, torna a difendersi dalle accuse di simpatia fasciste. Giorgia Meloni ricorda che quando finire definì il fascismo "il male assoluto", lei era in quell'aula e "non si dissociò". 

Elezioni politiche 2022, Giorgia Meloni: "Fascismo male assoluto, non mi dissociai"

Con questa esternazione la leader di Fratelli d'Italia cancella letteralmente anche l'ipotesi di aver avuto delle simpatie fasciste, il tutto sembra una replica quanto affermato ieri da Silvio Berlusconi nell'intervista rilasciata a Sky tg24 dove, il cavaliere, pur non negando le simpatie di Giorgia Meloni per il governo di Mussolini, ha affermato che non per questo bisogna accusarla di essere la causa di eventuali derive totalitarie in Italia: "Ridicolo tutto questo". L'intervista divenuta famosa per lo schiaffo che il cavaliere si è dato in testa pur di uccidere quella mosca che lo stava infastidendo da tempo, però ha richiesto delle precisazioni da parte di Giorgia Meloni.
La libera di Fratelli d'Italia si auspica che il suo partito possa aprire la strada a qualcosa di simile in Spagna tra pochi mesi, come ha detto ad un'intervista all'Efe.

Elezioni politiche 2022, Letta e Sholz: "Fratelli d'Italia partito postfascista"

Le accuse Giorgia Meloni sono state rafforzate anche dall'incontro che il segretario del PD, Enrico Letta, ha avuto con il cancelliere tedesco Olaf Scholz il quale ha apostrofato il partito di Giorgia Meloni come post-fascista.

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Letta dal canto suo ha ribadito che il motto del PD è "Lavoro, lavoro è ancora lavoro", una frase che viene detta per replicare alla famosa "Dio, famiglia, patria", di Giorgia Meloni che, appropiandosi almeno nella dialettica di frasi conservatrici e nostalgiche di un certo passato, vorrebbe allevare "il paese come si cresce un figlio".
Secondo Renzi invece l'endorsement Scholz è controproducente così come l'appoggio della socialdemocrazia tedesca al PD di Enrico Letta: le critiche del leader di Italia viva si tratterebbe di un ulteriore frangente in cui il PD indirettamente accende i riflettori su Giorgia Meloni. Matteo Renzi quindi afferma che lavorerà "sino all'ultimo giorno perché meloni non vinca, dopodiché credo che gli italiani abbiano il diritto di scegliere come hanno fatto i tedeschi e come fanno tutti gli altri. Ciascuno pensi alle proprie contraddizioni".

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