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Elezioni, limite tre mandati: deroghe a volontà. Pd: "Nessuna regola su candidature"

Da Zingaretti a Franceschini fino a Orlando: ecco chi è libero di correre in vista delle prossime elezioni

27 Luglio 2022

Elezioni, limite tre mandati: deroghe a volontà. Pd: "Nessuna regola su candidature"

fonte: imagoeconomica.it

In vista delle elezioni, che si terranno il prossimo 25 settembre, il regolamento del Pd sulle candidature parla chiaro, o almeno sulla carta. "Non è ricandidabile chi ha ricoperto la carica di parlamentare per tre mandati consecutivi", si legge nell'articolo 28 comma 3 dello Statuto del Partito democratico. Ma le eccezioni al limite dei tre mandati sono tantissime: si prevedono deroghe a volontà. Così, nelle prossime settimane, politici come Zingaretti, Franceschini, Orlando, Pinotti e Minniti saranno liberi di correre.

Elezioni, limite tre mandati: deroghe a volontà. Pd: "Nessuna regola su candidature"

Mentre il M5s ha il limite dei mandati, per il Pd il limite sale a tre. Il regolamento dei dem dice che "non è ricandidabile alla carica di componente del Parlamento nazionale ed europeo chi ha ricoperto detta carica per la durata di tre mandati consecutivi". La norma - sulla carta - mette le cose in chiaro, ma le eccezioni non sono poche. Anzi, il contrario. A concederle è il "Regolamento per la selezione delle candidature" del Consiglio nazionale dem. 

Inoltre, giusto ieri, martedì 26 luglio 2022, è stato approvato un documento che prevede talmente tante eccezioni al limite dei tre mandati che, di fatto, si "annulla" lo stesso limite. Si prevede l'arrivo di deroghe ad personam, per le quali non servirà dunque nemmeno la richiesta del segretario del partito Enrico Letta. Sarà il diretto interessato a presentare domanda. Ad approvarla sarà la Direzione nazionale.

Poi - come spiega Il Fatto Quotidiano c'è la questione del "salvacondotto automatico, che nel 2018 era limitato 'al presidente del Consiglio e ai ministri dei governi' della legislatura precedente, mentre stavolta, più generosamente, è concesso a tutti 'coloro i quali ricoprono o abbiano ricoperto (in qualsiasi momento) la carica di Segretario nazionale, di presidente del Consiglio dei ministri e di ministro della Repubblica'".

Nell'elenco quindi finirebbero diversi nomi noti del Pd. Primo tra tutti Nicola Zingaretti, ex segretario del partito, ora fuoriuscito. Poi il ministro della Cultura Dario Franceschini (deputato dal 2001) e quello del Lavoro Andrea Orlando (dal 2006). Dentro alle possibili deroghe anche Roberta Pinotti e Marco Minniti, entrambi ministri dal 2001 tra Camera e Senato.

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