26 Luglio 2022
Scopriamo come funziona il Rosatellum, la legge elettorale che disciplina le elezioni politiche del 25 settembre 2022: significato, come si vota, tutto sul sistema. Si tratterà di una votazione anticipata rispetto alla scadenza naturale della legislatura. Il Governo Draghi sarebbe dovuto durare fino al mese di marzo del 2023. La recente crisi di governo ha portato però alle dimissioni del Premier. I cittadini italiani saranno dunque chiamati alle urne per votare fra meno di due mesi. Tra addii, scissioni ed espulsioni, il panorama politico italiano è cambiato moltissimo nelle ultime settimane. Una cosa però è certa: la legge elettorale attualmente in vigore.
Alle elezioni del 25 settembre 2022 si vota utilizzando la legge elettorale Rosatellum, che prevede un sistema misto proporzionale e maggioritario. I posti da assegnare alla Camera sono 400, non più 630. Al Senato invece sono 200, non più 315. Questo dopo le modifiche introdotte dal referendum sul taglio del numero dei parlamentari.
Ma come funziona? Come si vota e quali sono le soglie di sbarramento? Ecco tutto quello che devi sapere.
L’attuale legge elettorale è nota come legge Rosato o Rosatellum. Prende il nome da Ettore Rosato, ora in Italia Viva, uno dei principali sostenitori del testo e capogruppo del Partito democratico alla Camera quando il testo era stato approvato nel 2018, con legge n.165 del 3 novembre 2017.
La legge prevede un sistema elettorale misto, in parte proporzionale e in parte maggioritario. Un terzo dei seggi tra Camera e Senato sarà eletto in collegi uninominali, quindi tramite un sistema maggioritario. I restanti due terzi saranno divisi tra i partiti rispettando i risultati percentuali ottenuti alle elezioni, quindi tramite un sistema proporzionale.
Per ottenere dei seggi, i partiti devono superare una soglia di sbarramento, ossia un certo numero di voti minimi. Al contrario non avranno posti in Parlamento. Un partito deve avere almeno il 3% dei voti oppure deve presentarsi in una coalizione di partiti che ottengono insieme il 10%. Si fa eccezione solo per i partiti forti in singole regioni o per le rappresentanze delle minoranze linguistiche.
Alla Camera saranno assegnati 148 collegi uninominali. Si userà quindi il sistema maggioritario. I partiti e le coalizioni presenteranno dunque un solo candidato. Viene eletto chi prende almeno un voto in più rispetto agli altri. Per gli altri 244 seggi è usato il metodo proporzionale. Il territorio italiano è suddiviso in collegi plurinominali, dove ogni partito o coalizione presenta una lista di candidati e riceve un numero di seggi in proporzione al numero di voti ricevuti. In questa circostanza gli elettori non possono indicare preferenze sui nomi dei candidati che sono invece eletti seguendo l’ordine dei nomi sulle liste.
Anche in Senato si segue la combinazione di metodo proporzionale e maggioritario. Sono 74 i collegi uninominali, sono 122 i collegi del proporzionale mentre i seggi degli eletti all’estero sono 4. Non si può scegliere il voto disgiunto ma indicare una sola preferenza. I partiti ottengono i seggi solo se ottengono almeno il 3% dei voti su base nazionale. Per potere eleggere un rappresentante, le coalizioni devono invece raggiungere la soglia del 10%.
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