15 Luglio 2022
Fonte: lapresse.it
Il governo va verso le elezioni anticipate? A quanto sembra si tratterebbe di un'ipotesi tutt'altro che remota. Soprattutto perché il premier Mario Draghi non sembra intenzionato a fare un passo indietro rispetto alla sua decisione di rassegnare le dimissioni. Al momento però la sua posizione a capo dell'esecutivo è congelata per volontà del Presidente della Repubblica. Sergio Mattarella ha infatti respinto la sua decisione e lo ha invitato a presentarsi davanti alle Camere per "parlamentarizzare" la questione.
In sostanza i partiti dovranno assumersi le loro responsabilità: chi appoggerà il governo dovrà farlo pubblicamente per poi accompagnarlo a marzo, fino alla scadenza naturale della legislatura. In quella occasione, prevista per mercoledì 20 luglio, Draghi potrebbe però limitarsi a un j'accuse verso chi ha provocato tale situazione. E tornando da Mattarella senza attendere il voto del Parlamento. A quel punto la partita sarebbe definitivamente chiusa.
Una serie di motivazioni rende minimi gli spiragli di un ripensamento del premier. Ecco perché, scrive La Stampa, il presidente Mattarella sarebbe pronto a sciogliere le Camere se mercoledì venisse certificata l'impossibilità di ripartire con l'esecutivo.
A quel punto si andrebbe a elezioni anticipate, ma quando sarebbe il voto? Le date in questo caso assumono un'importanza notevole. Siamo nel pieno dell'estate e i tempi vanno ben calcolati. Il Corriere della Sera ha comunicato che un autorevole ministro ha anticipato che il 20 luglio sarà il giorno del decreto di scioglimento delle Camere.
Ma il voto vero e proprio? Quando i cittadini verranno chiamati alle urne? La data più probabile in calendario è quella del 25 settembre. Si tratta del primo giorno utile visto che le eventuali elezioni anticipate si terrebbero tra fine settembre e inizio ottobre.
In tal caso la volontà prevalente sarebbe quella di far esprimere gli italiani il prima possibile, senza far passare troppo tempo tra la nascita di una nuova maggioranza e tutti i rituali di insediamento. Soprattutto per garantire al prossimo esecutivo di redigere la Finanziaria.
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