20 Giugno 2022
Nato a Firenze nel 1969, Antonfrancesco Vivarelli Colonna è da sempre legato alla Maremma. È sposato con Lucia e ha una figlia, Beatrice. Dopo la Maturità scientifica, gli studi alla Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori di Pisa e all’Accademia Navale di Livorno, inizia la sua esperienza lavorativa prima come traduttore e poi come ufficiale di complemento al Reggimento Piemonte Cavalleria di Trieste. Nel 1998, lascia la carriera militare per prendere le redini dell’azienda di famiglia in Maremma. Poco dopo inizia il suo impegno a difesa del mondo agricolo e dei suoi lavoratori: diventa presidente della Associazione Aprozoo Etruria, di Confagricoltura Grosseto, Membro del Consiglio di Amministrazione e Presidente della sezione Colture industriali di Confagricoltura Toscana, consigliere della Camera di Commercio di Grosseto, delegato nazionale di Confagricoltura, presidente di Confagri srl. Parallelamente, s’impegna in maniera attiva nel mondo produttivo: amministratore unico di M.E.SA. srl, di SA.BI. edilizia srl, membro del Comitato consultivo della Toscana per la Banca popolare di Vicenza e presidente di Co.Agri. Di recente è stato presidente di Grossetofiere.
Il bilancio di questi sei anni di amministrazione di centrodestra.
«È un bilancio sicuramente positivo, abbiamo fatto cose impressionanti e importanti nonostante i momenti difficili dal punto di vista congiunturale, macroeconomici, degli enti pubblici che hanno avuto una depauperazione progressiva e nei finanziamenti. Penso ai lavori pubblici, alla viabilità stradale, che a livello nazionale ha un ammanco di novanta miliardi, che ovviamente si ripercuote in maniera proporzionata anche sui comuni. Nonostante tutto, Grosseto ne è uscita alla grande, abbiamo fatto cose che non erano mai state fatte: dall’abbattimento dell’ecomostro di Roselle, che era trent’anni se ne parlava, al rifacimento di 840 strade, fino agli aventi sportivi di caratura internazionale. È difficile sintetizzare l’operato di sei anni d’amministrazione ma mi viene anche in mente la rivoluzione dei rifiuti, l’abbattimento del 21% nell’arco di un quinquennio della Tari, l’introduzione del nuovo sistema di raccolta differenziata con i bidoni “intelligenti” che hanno sostituito il “porta a porta”, che era costoso e scarsamente remunerativo, l’innalzamento della percentuale del tasso di differenziazione dal 30% a oltre il 56% in poco tempo, alla valorizzazione delle nostre frazioni. Qui, penso a Marina e alla fortezza di San Rocco. E ancora, tanti progetti nel medio-lungo termine che ci hanno portato tra le prime dieci città scelte come capitale della cultura italiana.»
Vi aspettavate questa scelta?
«Non ce l’aspettavamo. Basti pensare che la precedente amministrazione di sinistra non aveva né pensato né osato di candidarsi, supportando Siena nel 2015. Questo per farvi capire quanto lontano fosse dall’immaginario collettivo dell’amministrazione e della popolazione grossetana la valorizzazione culturale. Noi siamo andati anche oltre i confini del pregiudizio e siamo riusciti ad ottenere grandi risultati. Non siamo capitale della cultura ma siamo una delle città più belle dell’Italia, tra mare, colline e monti.»
Ha davanti a sé altri quattro anni. Non pensando alle prossime elezioni, nei prossimi anni cosa farà?
«Già all’inizio del mio secondo mandato, lo scorso anno, abbiamo effettuato una macro organizzazione del personale. Mi sono tenuto la delegata al personale proprio per questo motivo e anche dal punto di vista logistico ci siamo riorganizzati per potenziare la capacità di percezione dei finanzianti del pnrr, quei famosi 230 miliardi per l’Italia, che sul nostro territorio nazionale promettono di essere dai 114 ai 150 milioni di euro, di cui già oltre 30 sono nelle nostre tasche sotto forma di riqualificazione scolastica e di altre innovazioni legati ai servizi educativi. Per cui, una struttura che si è concentrata e modellata attorno alla necessaria capacità incrementata di poter percepire questi finanziamenti, migliorando gli uffici progetti, bandi, gare e creando le sinergie cittadine per percepire al meglio gli intendimenti delle attività d’impresa. Noi crediamo nel mondo dell’imprenditoria ed è per questo che adottiamo anche delle politiche di defiscalizzazione e alleggerimento tributi.»
Nel centro storico è stato fatto un gran lavoro di aiuti alle imprese.
«Certamente. Col progetto regionale di attecchimento start up delle imprese, oltre il 50% di quelli che hanno avuto il finanziamento per l’alleggerimento dei costi dell’affitto sono rimaste e hanno resistito. Tutti i centri storici d’Italia soffrono, noi stiamo dimostrando non soltanto con le politiche ma anche attraverso la creazione dell’Istituzione Le Mura, che si è occupata specificatamente a titolo gratuito proprio della valorizzazione della nostra cinta muraria, che un centro storico può vivere e offrire tanto. Siamo riusciti a portare tanti eventi legati all’enogastronomia locale, alla musica, rimettendo a disposizione della città la sala Eden, che era bloccata da una procedura giuridica fallimentare, e riaffittato le strutture presenti sulla cinta muraria. Finalmente abbiamo anche fatto in modo che il Cassero, attraverso una società, possa rivivere con eventi e ristorazione di altissimo livello.»
Cosa molto importante per un sindaco di centrodestra, e viceversa, è avere buoni rapporti anche con l’altra parte. Lei è apprezzato dalla sinistra e dalle associazioni culturali che le gravitano intorno. Come si spiega questo?
«Il ruolo del sindaco è difficile, partiamo da questa base. Io credo che a livello di ente locale si debba dialogare anche con la parte avversaria e stare sempre a contatto con i cittadini, riuscendo a far capire loro l’entità dello sforzo amministrativo e farlo apprezzare all’opposizione. Io non sono minimamente interessato alla politica, non me ne può fregar di meno, quindi venendo dal mondo dell’impresa m’interessa portare progetti, realizzarli, applicarli e fare cose che si possono toccare con mano, vedere e immediatamente apprezzare. Questo richiede uno sforzo enorme e un pragmatismo che non è tipico dei sindaci e dei politici in generale. Questo mio distacco dall’ideologia politica e dal suo pregiudizio, e la mia vicinanza ai problemi reali della gente, hanno portato ad un apprezzamento trasversale, anche da parte di chi logicamente ha votato a sinistra.»
Ultima domanda. Visto che ci avviamo all’estate, c’è stata una polemica su Principina a Mare per quanto riguarda i parcheggi a pagamento. Lo vogliamo dire una volta per tutte che i parcheggi sono stati messi a pagamento anche per una riqualificazione futura del luogo?
«Innanzitutto, è stata una richiesta effettuata dagli stabilimenti balneari, dalle persone che abitano in quel luogo e da chi ha le seconde case, per evitare il parcheggio selvaggio ma soprattutto affinchè i proventi da questo tipo di attività fossero destinati immediatamente alla riqualificazione di Principina. Ogni assessorato è a compartimenti stagni, cioè non posso prendere i fondi per Principina dalla cultura o dall’urbanistica, per cui abbiamo fatto questa intelligente operazione solo ed esclusivamente per la nostra bella frazione. In questo modo, possiamo migliorare la viabilità e l’accesso di Principina, su cui l’amministrazione nell’ultimo quinquennio ha speso più di 1 milione e 200 mila euro, dopo che per settant’anni non si era mosso niente e nessuno. Sicuramente, c’è ancora molto da fare ed è per questo che nel prossimo futuro abbiamo intenzione di fare tutte le strade di Marina e Principina e i parcheggi a pagamento sono uno degli strumenti richiesti, proprio dalla cittadinanza, per poter fare queste importantissime operazioni in maniera veloce e con ottima qualità.»
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