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Salario minimo: Confindustria tiepida, per Bankitalia "si può fare"

L'accordo politico UE potrebbe essere pronto entro martedì mattina, da quel momento in poi le direttive europee costringeranno l'Italia a sbloccare il ddl fermo in Senato. Ma in Italia si apre lo scontro

05 Giugno 2022

ignazio visco

Si infiamma il dibattito politico sul salario minimo che giunge come un fulmine a ciel sereno nell'Italia dei contratti collettivi nazionali, co.co.co e vaucher. La stretta viene da Bruxelles dove l'approvazione è a un passo: una volta approvato l'accordo politico lunedì sera, quando alle 19.00 ci sarà la negoziazione tra le istituzioni europee (Commissione, Parlamento e Consiglio Ue). E martedì 7 giugno l'accordo potrebbe già esserci, una volta ottenuto l'Europa ne richiederà l'attuazione anche a tutti gli altri paesi europei per rafforzare il ruolo della contrattazione collettiva. A quel punto la bozza del ddl, oggi ferma al Senato, dovrà cominciare a circolare.

Salario minimo: agirebbe in modo strutturale?

E mentre per qualche politico il salario minimo garantito è contro la libertà imprenditoriale, per altri è una garanzia di sopravvivenza. Del resto l'Italia non è mai riuscita a formulare una riforma pensioni strutturata e stabile ed è costretta a riformulazioni di anno in anno. Colpa della cattiva gestione degli anni precedenti, ma anche delle forti oscillazioni in materia di costo dei salari, di discontinuità contributiva, delle tasse sul costo del lavoro e di un'incertezza generale.

Per questo il "salario minimo" potrebbe addirittura essere positivo: lo dice il numero uno di Bankitalia, Ignazio Visco, al Festival dell'Economia di Torino che si è concluso ieri. Rivolgendosi al Ministro del lavoro, Andrea Orlando, afferma - "Se ben studiato è una buona cosa" - e poi ricorda che alcuni studi americani rilevano come "il salario minimo sia favorevole all'occupazione". Ma come in tutte le cose, la differenza la fa il metodo di introduzione della normativa. Il rischio è nel livello di applicazione del salario minimo: se eccessivo infatti, potrebbe diventare sfavorevole per le aziende.

La proposta sul salario minimo fu avanzata dal Movimento 5 stelle in Commissione Lavoro, ben prima che l'Europa ci mettesse lo zampino. Le proposte furono sei, ma alla fine fu scelta come testo base quella di Nunzia Catalfo, ex ministro 5S del Lavoro che propose anche l'introduzione di una rappresentanza delle parti sociali nella contrattazione collettiva, oltre alla detassazione degli aumenti dettati dai rinnovi contrattuali. In soldoni, il salario minimo proposto prevede 9 euro netti all'ora, pari a 1872 euro per un full time. Una soglia minima che non tocca gli industriali.

Salario minimo: le parole di Confindustria

Non a caso Confindustria resta tiepida, perché le paghe legate ai contratti del gruppo degli industriali "sono tutti sopra i 9 euro l'ora". A dirlo, sempre al festival di Torino, è stato Carlo Bonomi, presidente di Confindustria che prosegue affermando: "il salario minimo non è un tema di Confindustria. I contratti sono tutti oltre i 9 euro l'ora, quindi non siamo né contrari e nemmeno a favore. Il tema del salario minimo è come verrà costruito".
La proposta di Confindustria è tuttavia quella di abbassare il costo del lavoro e dare "i soldi agli italiani". A dirlo è Bonomi, che con atteggiamento polemico si rivolge al Ministro: "la mia proposta è chiara però quelle del ministro non le ho sentite"

Non è ancora comprensibile in che modo si possa dare i soldi "agli italiani", se non attraverso il pagamento delle tasse sul lavoro, ma se la proposta era quella di darli al lavoratore, allora sarebbe valsa l'approvazione del salario minimo. Ed in effetti il controsenso salta persino all'occhio di Orlando che, da Palermo, descrive la proposta come "ad effetto".

Ma lo scontro tra Bonomi e Orlando non si ferma qui: "se Orlando vuole combattere il lavoro nero io cancello i miei impegni andiamo a Rosarno dove ci sono sacche di caporalato. Sono 2 anni che è Ministro e non ho sentito mai parlare di questi temi e fare proposte".

Bonomi inoltre ha ricordato il particolare il ruolo che l'industria italiana ha avuto in questo drammatico momento storico dove l'inflazione è più bassa che in altri paesi perché sono state le aziende ad assorbire l'incremento dei costi della materia prima. Ci sono posti in Italia dove il pane costa 12 euro al kg, praticamente è triplicato rispetto a un anno fa, ma è altrettanto vero che ci sono altri posti dove il pane continua a costare da 4 a 6 euro al kg perché alcune aziende hanno assorbito i costi. E questo va riconosciuto.

Salario minimo: altri scenari all'estero

La stretta al salario minimo, benchè tardiva, arriva da Bruxelles, perché nella situazione attuale dove le aziende si sobbarcano di spese per tentare di tenere in piedi la filiera, arriva la guerra, il caro energia, il caro carburante, l'incremento dei prezzi delle materie prime e uno spread che supera i 214 punti base e che ha tutta l'aria di voler decollare ancora. E l'incertezza non è soltanto un nostro problema: già a marzo l'indice Ifo (quello che misura il sentiment del settore industriale nella zona euro ed è realizzato mediante un'indagine presso 7000 aziende tedesche n.d.r.), era arrivato a 90,8 punti, contro i 94,2 previsti e contro il 98,9 di febbraio 2022. A giugno la situazione non migliora, mentre il mese di maggio è stato chiuso a 93 punti. Non si passa.

Tuttavia, la soglia minima sui salari è conosciuta nei territori d'oltralpe, dove già nel 2014 in Svizzera è stato fatto un referendum per l'introduzione di una retribuzione minima nazionale di 22 franchi orari, che corrispondono a 19 euro. Il referendum nazionale fu bocciato, ma sono stati introdotti dei salari minimi cantonali. In Francia invece il salario minimo è stato introdotto da poco e, dai dati emersi, ha consentito di raggiungere buoni risultati.

Così Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria dice sì a tre condizioni: che il salario minimo venga fissato come percentuale compresa tra il 40 è il 60% del salario mediano e che non venga confuso con la retribuzione proporzionale sufficiente dell'articolo 36 della costituzione".

Di sicuro in un tessuto socio-economico così complesso come quello italiano sembra impossibile stabilire un salario minimo senza che l'attuazione di un provvedimento del genere possa creare danni in alcuni settori. E c'è chi è in dubbio se la tua azione di un salario collettivo sia necessaria davvero oppure se la decisione deve essere presa attraverso la collaborazione con i comparti industriali lavorando di "comparto in comparto".

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