31 Marzo 2022
Paolo Romani (Fonte Twitter @MDeGorgus)
Il senatore Paolo Romani è indagato dalla procura di Bergamo per corruzione. Per Repubblica, il nome del politico, legato per 30 anni a Forza Italia e ora al nuovo partito di Giovanni Toti, Cambiamo!, emerge "da un decreto di perquisizione disposta dal pm Paolo Mandurino, nell’ambito di uno stralcio dell’inchiesta sul crac della società di lavoro interinale Maxwork, dichiarata fallita nel giugno 2015, in cui era rimasto coinvolto anche l’ex marito di Valeria Marini, l’imprenditore Giovanni Cottone".
Assieme a Paolo Romani sarebbero indagati per corruzione, e perquisiti, "il fondatore dell’azienda Massimiliano Cavaliere, il commercialista Placido Sapia e l’ex responsabile amministrativa Giuliana Mila Tassari. Ma nell’inchiesta sono indagati anche l’ex europarlamentare di Fratelli d’Italia Stefano Maullu e il fratello Antonio Sandro, entrambi accusati di false comunicazioni al pm". Secondo quanto riporta la procura i tre manager di Maxwork, nel gennaio 2015 avrebbero consegnato 12mila euro in contanti a Romani, "come corrispettivo di un atto contrario ai doveri del suo ufficio”. La somma sarebbe stata "materialmente consegnata in un plico chiuso, ritirato presso gli uffici della Maxwork da Antonio Sandro Maullu, su incarico di Stefano Maullu".
I fatti sarebbero provati come si legge "da una intercettazione ambientale” riemersa nel procedimento principale. L'audio incriminato rivela che è stato Romani a chiedere la somma ai fratelli Maullu. I quali intercettati dalla procura il 2 marzo scorso, “hanno escluso espressamente di essersi recati negli uffici della Maxwork per ritirare un plico, contenente la somma indirizzata a Romani Paolo, così rendendo false dichiarazioni".
Daniele Giovanni Benedini, il legale di Romani commenta la vicenda: "Siamo stupiti di questa indagine, non si capisce quale sia l’atto contrario ai doveri d’ufficio Cercheremo di capire nei prossimi giorni cosa ci viene contestato". Romani gli fa eco all'Adnkronos: "Sono sorpreso ma intendo parlare con il giudice e chiarire".
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