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M5S, la crisi di un partito senza identità: Conte contro Di Maio. E Grillo mette confusione

Il voto che ha portato Sergio Mattarella di nuovo al Quirinale ha fatto saltare tutti gli schermi in casa 5 Stelle. Conte e Di Maio sono definitivamente ai ferri corti, mentre Grillo rimane a guardare

03 Febbraio 2022

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio (fonte: LaPresse)

Conte contro Di Maio, è questa la "nuova" frattura all'interno del M5S che rischia di avere conseguenze, non solo per il partito, ma anche per gli equilibri parlamentari. Non si può dire uno scontro del tutto inatteso. Era da due anni almeno che, Giuseppe Conte, yes man trasformatosi in uomo della provvidenza, aveva usurpato quello che era il palcoscenico del delfino prediletto di Beppe Grillo: cioè Luigi Di Maio. Prima lo scontro aperto con Salvini, poi la gestione della prima fase della pandemia. Con la sua calma preparazione Conte si è preso il popolo che ha votato in massa il Movimento durante le ultime due elezioni. Adesso che giocoforza i 5 Stelle sono fuori dai riflettori e non rappresentano più l'ondata rivoluzionaria degli ultimi anni, è tempo della resa dei conti fra la base partitica e l'avvocato del popolo.

Grillo sta con Conte

Il fondatore del Movimento, Beppe Grillo, da diversi anni si è posto fuori la diatriba politica della sua creatura. Ma non si risparmia mai quando c'è da commentare, conscio del peso che le sue parole hanno per tutti i simpatizzanti pentastellati. Grillo, che ha cominciato a chiamarsi "L'elevato" ha pubblicato un post che voleva essere una presa di posizione nei confronti di quanto sta avvenendo fra le alte sfere del Movimento. "Una volta un padre venerabile (Ghandi) disse ai suoi 'sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo'- ha scritto - Così egli non volle essere un padre padrone, ma un padre che dà ai figli il dono più grande. Non dissolvete il dono del padre nella vanità personale (figli miei)". Un messaggio sibillino che molti vogliono diretto a Di Maio per ricordargli che il capo dei 5 Stelle è uno solo, quello da tutti già votato, cioè Giuseppe Conte. I "dimaiani" dal canto loro rispondono che il post va interpretato come un tentativo di mediazione fra le parti. Anche se "fonti vicino a Grillo" smentiscono questa lettura. Ma, ancora una volta, nel suo tentativo di rimanere primus inter pares, l'ex comico non ha fatto altro mettere ancora più confusione a una situazione già intricata.

Di Maio sta con le istituzioni

Il punto centrale è che a Luigi Di Maio il gioco del trono della politica italiana piace molto. Sponsor principale di Elisabetta Belloni all'interno del suo Movimento, definito "un amico" dallo stesso capo dei servizi segreti, Di Maio è ormai inserito appieno nei circoli istituzionali. A 35 anni d'età è già stato Ministro del lavoro, dello sviluppo economico, e ora degli esteri. Di Maio vede un futuro radioso davanti a sé nel mondo della politica. L'anno scorso la pubblicazione della sua biografia intitolata per l'appunto "Un amore chiamato politica". Ma, per chi ha già raccolto qualche anno di osservazioni politiche, la sua figura non può non ricordare da vicino quella di Angelino Alfano. Anche quest'ultimo in pochi anni ha raccolto cariche istituzionali di prim'ordine, essendo anche stato una delle teste del primo partito italiano di allora per numero di voti. Una volta distaccatosi dal gruppo di Silvio Berlusconi la sua rilevanza politica andò scemando velocemente. Tocca allo stesso Di Maio cercare di non fare la stessa fine.

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