28 Gennaio 2022
Maria Casellati (fonte: Lapresse)
Il centrosinistra non vota Casellati, una settantina di franchi tiratori nel centrosinistra la impallinano: ora la maggioranza rischia di saltare per davvero. Si avvicina la possibilità di uno scioglimento anticipato delle Camere. La compagine politica bipartisan che sostiene l'esecutivo di Mario Draghi si dissolve di fronte al primo vero appuntamento. E intanto anche l'autorità di Matteo Salvini come kingmaker vacilla paurosamente: in molti imputano la sconfitta proprio a lui.
La maggioranza che sostiene l'esecutivo a guida Draghi, una larga coalizione che va da Liberi e Uguali alla Lega, si è mostrata ampiamente disunita all'appuntamento Quirinale. Volano gli stracci all'interno dello stesso centrodestra.
"Certamente sono mancati i voti del centrodestra, non certo i nostri", dice Ignazio La Russa. Si guarda attentamente al ruolo di Forza Italia, paradossalmente il partito della stessa Casellati. I 71 voti che mancano sono imputabili ai centristi: si guarda con attenzione anche a "Cambiamo!", partito d'ispirazione moderata guidato da Giovanni Toti e Gaetano Quagliariello.
E proprio Matteo Salvini, l'uomo che sta investendo un capitale politico enorme su queste elezioni per il Quirinale, si trova al momento nell'angolino dei perdenti. Colui che sembrava il kingmaker ha fallito e con lui tutto il centrodestra. Nel frattempo il leader del carroccio nega che questo possa avere conseguenze nefaste sulla durata dell'esecutivo: "Non si capisce il legame tra [la candidatura del] presidente del Senato e la durata del governo: chi lo dice fa un torto alla Costituzione". E ancora: "Mi pare che siano Letta e Conte, o parte del Pd e dei 5 stelle, a dire dei 'no' per far saltare il governo. Mi viene il dubbio che a sinistra ci sia qualcuno che vuol far saltare il tavolo, altrimenti non mi spiego questa sequela di no. Vogliono far saltare i nervi a Draghi e far saltare il governo". Ma lo stesso Salvini è a conoscenza del ruolo che la sua compagine politica ha avuto nell'impollinare la candidatura della Casellati. L'esecutivo Draghi scricchiola e la colpa è anche, o soprattutto, della destra. Che a Salvini piaccia o meno.
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