17 Gennaio 2022
Roberto Fico (fonte foto LaPresse)
Trattative, telefonate, cene segrete, incontri virtuali o fisici. Ma alla fine il prossimo presidente della Repubblica potrebbe anche sceglierlo il virus. Proprio così, perché in questo momento i positivi non possono votare a norma di legge. Una legge che il presidente della Camera, il pentastellato Fico, è del tutto intenzionato a far rispettare. Con la conseguenza che in molti potrebbero essere esclusi dalle operazioni di voto per la scelta del prossimo capo dello Stato. Ed è chiaro che, al di là di quanti contagiati ci saranno da una parte o dall'altra, a farne le spese potrebbe essere soprattutto la parte propositiva del parlamento, vale a dire il centrodestra al quale spetterebbe l'individuazione del nome per il Colle.
Non è un caso che il centrodestra sia compatto schierato contro la posizione di Fico. Già nella scorsa conferenza dei capigruppo i rappresentanti di FI, Lega, FdI avevano chiesto di permettere anche ai positivi di votare in modo virtuale, e nella nota al termine del vertice del centrodestra di venerdì avevano chiesto "ai presidenti di Camera e Senato di assumere
tutte le iniziative atte a garantire per tutti i 1.009 grandi elettori l’esercizio del diritto costituzionale al voto". Ma Fico non sembra per ora intenzionato a mollare. Non a caso i partiti stanno insistendo molto coi propri membri sullo stare attenti e non rischiare di contrarre il virus prima del voto.
Intanto, ovviamente si muove anche la politica. E la scelta del prossimo presidente in questo caso sembra ruotare intorno al momento in cui Silvio Berlusconi sarà costretto a ritirare la propria candidatura. Il Cavaliere, che il Giornale d'Italia ha definito nuovo Enrico IV, non sembra avere speranze. Tanto che anche nel centrodestra si cerca di individuare un piano B. Matteo Salvini e Giorgia Meloni sperano che Berlusconi si tiri indietro prima dell'inizio del voto, per non costringere la coalizione ad andare incontro a una sconfitta assicurata.
Nel caso infatti si tirasse indietro prima dell'inizio delle operazioni il centrodestra potrebbe individuare e proporre un altro nome che possa trovare una convergenza con centrosinistra e M5s. In alternativa le uniche due opzioni sarebbero Mario Draghi, con un governo dei leader, oppure provare per l'ennesima volta a convincere Sergio Mattarella a fare un bis. Lo dice lo stesso Goffredo Bettini del Pd al Corriere, uno che la sa lunga. "Due strade sono possibili in vista del Quirinale. Nella prima la politica ha uno scatto e propone a Mario Draghi un patto di un anno, individuando per il Colle una figura alta per regolare la transizione dall'uscita dell'emergenza alla ricostruzione di un sistema politico più equilibrato. A questa operazione dovrebbe collaborare soprattutto Matteo Salvini. Ma se questa dovesse fallire, la seconda 'è obbligata': si chiede a Sergio Mattarella di accettare un altro mandato, o si verifica la disponibilità che Draghi ha lasciato intuire".
Berlusconi sembra destinato a essere decisivo, anche se non nel modo in cui sperava lui.
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