07 Gennaio 2022
Fonte: lapresse.it
È ormai sfida aperta tra il governo Draghi e Vincenzo De Luca, con quest'ultimo deciso a non permettere il rientro a scuola il Campania per il prossimo 10 gennaio. Per il presidente della regione non ci sarebbero infatti le condizioni di sicurezza necessarie per permettere il ritorno sui banchi. La soluzione proposta al momento sarebbe quella di posticipare tutto alla fine del mese di gennaio, tenendo gli studenti in Dad fino a nuovo ordine. Un'idea su cui però si è già espresso il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, ribadendo con forza il suo No a ogni possibile deroga sul rientro in presenza il 10 gennaio.
"È irresponsabile riaprire il 10 gennaio - ha dichiarato De Luca - Io credo che non riapriremo le medie e le elementari. Le nostre strutture stanno lavorando, avremo una proroga fino a fine gennaio. Non ci sono le condizioni minime di sicurezza, è una situazione ormai al limite". A intimorire il presidente campano nel corso della sua consueta diretta Facebook del venerdì è soprattutto l'aumento dei contagi per Covid nella regione. Soltanto ieri l'Ordine dei medici di Napoli aveva infatti lanciato l'allarme riguardo l'eccessiva pressione sanitaria presente negli ospedali, paventando il rischio di ricorrere al codice nero.
Uno scenario che per De Luca non deve assolutamente avere ripercussioni sugli studenti, ancora oggi solo parzialmente vaccinati. La priorità per il presidente è infatti "il mondo della scuola: dobbiamo fare di tutto per metterlo in sicurezza e garantire una didattica in presenza sicura". Parole, quelle di De Luca, che concordano inoltre con l'appello lanciato in questi giorni dall'Associazione Nazionale Presidi sul possibile posticipo del rientro in classe in presenza. Una richiesta avanzata proprio per consentire la vaccinazione della maggior parte degli studenti, abbassando così il rischio di trasmissione del virus e di future interruzioni della didattica.
Nel presentare il proprio punto di vista De Luca non usa mezzi termini contro il governo Draghi, accusandolo di gestire l'emergenza sanitaria, e dunque le vite dei cittadini, con gli strumenti del compromesso politico: "Ho la sensazione, per me insopportabile, che si mettano in piedi provvedimenti che finiscono per trasformare i nostri bambini in cavie della politica politicante e degli opportunismi". Accuse simili, peraltro, a quelle lanciate soltanto poche ore prima dal consigliere del generale Figliuolo ed ex direttore del’Ema Guido Rasi in merito all'obbligo vaccinale per gli over 50. Secondo l'esperto infatti, l'obbligo sarebbe frutto di un mero accordo politico, e non di accurate valutazioni scientifiche.
"Devo constatare con grande amarezza - ha poi proseguito il presidente campano - che l’Italia ha perduto tre mesi di tempo senza fare niente. Abbiamo bruciato una condizione di relativo vantaggio rispetto agli altri Paesi europei. Ci siamo autoesaltati e autoconsolati senza prendere decisioni serie ed efficaci. Ma stiamo prendendo in giro l'Italia: il livello di demenzialità va ogni immaginazione".
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