11 Novembre 2021
C'era una volta il Movimento Cinque Stelle che diceva che non si sarebbe mai alleato con nessuno. Quella storia però è finita tanto tempo fa. Ma nessuno visse felice e contento. Anzi il M5s sembra semmai vivere solo in modo infelice. Prima si è alleato con la Lega di Matteo Salvini per formare il presunto governo del cambiamento che è poi sfociato nel governo giallorosso nel quale il M5s si è alleato con il Partito democratico e Liberi e Uguali. Finita qui? Manco per sogno. Via libera anche al governo Draghi con dentro una biblica ammucchiata, dalla Lega al Pd, da Liberi e Uguali a Forza Italia. Sì, il M5s dei vaffa ha governato di fatto con chiunque, compreso Silvio Berlusconi. Unica esclusa da questa lista ormai interminabile, Giorgia Meloni con il suo Fratelli d'Italia.
Ora, però, il M5s è pronto ad andare oltre e raggiungere lo stadio successivo. Non solo compagni di coalizione ma alleanza strategica e ufficiale in tutti i campi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi. L'asse col Pd di Enrico Letta verrà proposto infatti non solo in Italia, ma persino in Europa, con la prevista confluenza del M5s nel gruppo dei Socialisti. Da parte sua, il segretario del Pd lascia la porta aperta a tutti, anche a Matteo Renzi nonostante l'avviata derenzizzazione. Sarebbe l'ultimo paradosso: il M5s che si allea con l'Italia Viva dell'ex premier all'interno del nuovo Ulivo. Eppure non è impossibile. "Non sta a noi dare patenti d'ingresso in una alleanza tutta da definire. Le cose andranno in maniera molto naturale, c'è chi dice che Renzi stia guardando verso destra. Chi ci sta ci sta e chi non ci sta non ci sta". Ma, aggiunge Letta, molto dipende anche da "come ci si avvicina al progetto", dice Letta.
Letta si sta intanto per recare a Bruxelles, dove incontrerà prima il gruppo S&D e poi la delegazione Pd. "Domani è un momento nel quale discuteremo del tema. Una convergenza tra Pd e M5s sui temi europei è una buona notizia se c'è. Nel Conte II questa convergenza c'è stata ed è stata molto forte. Non è una questione di schieramento, si tratta di partire dai temi", sottolinea il segretario nazionale al videoforum di Repubblica. "L'Europa è stato un tema di grande dissidio fra noi in passato, nel momento in cui c'è una convergenza io la saluto positivamente. Dopo di che stiamo parlando del gruppo parlamentare, non del partito", aggiunge.
Dunque, sì, il M5s che incontrava i gilet gialli o che era nel gruppo insieme ad alcuni movimenti minoritari euroscettici provenienti da ogni angolo di Europa non esiste più. Ora esiste un M5s che vuole sedersi al tavolo dei grandi. Il problema è che tutto sembra tranne che questa strategia paghi a livello elettorale. Cioè il M5s resta a governare come una nuova, minuscola, Democrazia Cristiana, ma conta sempre meno. Si siede al tavolo, ma non certo sulla poltrona riservata ai soci maggioritari del gruppo socialista. Un po' a rimorchio, un po' assimilato al Pd. C'era una volta...
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