10 Novembre 2021
Fonte: LaPresse
Al termine della cabina di regia odierna, il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi ha colto l'occasione per prendere la parola e ricordare una vicenda legata agli anni settanta. Il suo messaggio è stato breve e conciso, indirizzato alle varie forme di corruzione e alla necessità di utilizzare la spesa pubblica in maniera adeguata.
Il ricordo di Mario Draghi è relativo a quanto accadde negli anni settanta in Biafra, una parte della Nigeria. Durante quegli anni ci si approcciava quasi per le prime volte agli aiuti allo sviluppo. Questi aiuti erano parte della spesa pubblica nazionale e si diffusero principalmente grazie all'ONU. L'Italia prese parte a queste donazioni che purtroppo finirono per generare un vortice incontrollabile di corruzione, sia da parte dell'Italia che da parte della Nigeria. A partire da quell'esperienza, in Italia, gli aiuti allo sviluppo diventarono quasi un tabù in quanto si temeva che potessero generare ulteriori forme di corruzione.
Se Mario Draghi ha riportato questo aneddoto l'ha fatto per un motivo ben preciso. Molti politici italiani, in particolar modo il viceministro dell'economia e delle finanze Laura Castelli, hanno criticato la decisione del Premier di controllare il più possibile le risorse destinate alla spesa pubblica. Il riferimento di Draghi è al superbonus edilizio, sul quale il governo è pronto a varare un Decreto mirato a limitarne le frodi. Non solo il superbonus, ma anche il reddito di cittadinanza è finito nel mirino di Draghi. Il Presidente, con la nuova legge di bilancio vuole limitare l'erogazione di tale sussidio evitando che venga usufruito anche da lavoratori in nero o delinquenti. Alla fine del suo discorso, Mario Draghi, ha sottolineato come sia necessario avere "delle spese pubbliche che si basino sulla loro credibilità". Il Premier ha annunciato anche tolleranza zero per coloro che si approprieranno dei bonus in maniera non adeguata alla norma, in quanto non si tratta di bravate ad opera di "furbetti" ma di veri e proprio reati di corruzione.
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