06 Ottobre 2021
Fonte: lapresse.it
Alle elezioni di Milano "abbiamo fatto il 3% e l’abbiamo fatto in un mese, per 54 voti non siamo in consiglio comunale", dice Gianluigi Paragone, senatore, fondatore di Italexit, intervenendo a 'L’Italia s’è desta', su Radio Cusano Campus. "Questi 54 voti ci sono, faremo il riconteggio e io entrerò in consiglio comunale". E ancora: "Avevamo il 3,3%, poi man mano ha iniziato a calare fino al 2,99%". Infine l'accusa: "La porcata l’hanno fatta ma non l’hanno fatta neanche così bene perché se mancano soltanto 54 voti, nelle schede nulle non solo ne trovo 54 ma 254. Questa è la paura di una classe politica che è riuscita ad entrare addirittura nei seggi. E lo proveremo quando andremo a fare la conta dei voti".
Il primo turno delle amministrative si è concluso con una vittoria schiacciante in tutta Italia per il centrosinistra nelle grandi città. Prima tra tutte Milano dive Beppe Sala ha trionfato sui suoi oppositori. Tra questi anche il leader di Italexit ed ex, M5s Gianluigi Paragone, che a commento del suo scarso risultato alle elezioni non ha preso la cosa in modo esattamente sportivo. "A Milano ce l'hanno fregato, non ho dubbi", ha dichiarato Paragone. "Siamo aliamo al 2,99% quando siamo sempre stati sopra al 3 per tutta la notte e stranamente ci svegliamo così". Passata la notte di conteggi del primo turno, Paragone non è convinto del risultato e insinua il broglio in fase di scrutinio. "Difficile pensare che lo scarto minimo tra il mio nome e la mia lista sia praticamente nullo - continua il leader di Italexit -, quando doveva essere il mio nome a trainare".
Un risultato che secondo Paragone è giustificabile non in base ai voti, ma alle preferenze personali, ed ecco l'attacco: "Secondo me qualcuno non ha voglia di farmi entrare in consiglio comunale. Vediamo se è il caso di richiedere il riconteggio delle schede".
La propaganda novax e anti green pass di Gianluigi Paragone non gli ha giovato. Lo dimostrano i risultati delle elezioni che hanno inchiodato il leader di Italexit al 2.99%. Paragone si era esposto come portavoce del movimento "free vax", sostenendo che le medicine invece che il vaccino sarebbero la soluzione contro il Covid. Del green pass, poi, aveva detto che è "cosa discriminatoria, bolscevica". Entrato in politica con il Movimento 5 Stelle nel momento di auge della critica della gestione antipolitica, Paragone si è poi dissociato dalla linea del partito ed è stato espulso dai giallorossi a gennaio 2020.
A Il Giornale d'Italia Paragone aveva recentemente manifestato la sua criticità nei confronti dell'amministrazione Sala e delle problematiche create a Milano negli uffici pubblici, ma le urne hanno parlato e non in suo favore. A fronte della sconfitta, Paragone ha dichiarato che il suo è comunque "un risultato importante". Questo perchè "a Milano superiamo i 5 Stelle senza avere soldi, incarichi, l’appoggio dei giornali. A questo risultato bisogna poi affiancare quello di Roma, dove alle suppletive abbiamo fatto il 4". In merito invece al consenso raccolto tra gli oppositori al vaccino, specie al nord, Paragone ha spiegato: "Noi continuiamo la nostra battaglia contro lo strapotere delle multinazionali rispetto agli Stati. Dentro questa predicazione c’è quello che viene definito no-vax ma anche un mondo di gente che si è vaccinata ma non accetta l’illiberalità del greenpass".
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