19 Maggio 2021
Fonte: lapresse.it
Il Senato, nella giornata di martedì 18 maggio, ha confermato il vitalizio a Roberto Formigoni che dunque riceverà la pensione. Il Consiglio di garanzia del Senato ha confermato, a maggioranza, con tre voti a favore (Lega e FI) e due contrari, la decisione assunta dalla Commissione contenziosa di restituire il vitalizio ai condannati in via definitiva. Questi erano infatti stati esclusi in base alla delibera che portava la firma di Grasso. Il caso più noto era appunto quello di Roberto Formigoni, ex presidente della Regione Lombardia condannato per corruzione. Com'era ampiamente prevedibile la decisione ha causato uno scontro tra le forze politiche.
Dopo la notizia della bocciatura, da parte del Consiglio di garanzia del Senato, dell'appello presentato dal segretario generale di Palazzo Madama, Roberto Formigoni, ai microfoni de il Giornale d'Italia, ha dichiarato di non volere continuare ad aumentare la polemica "per non dare sponda ai grillini", i quali, "ormai non sanno più dove aggrapparsi", per ricevere consensi. Il Movimento 5 stelle continua a perdere consensi e, secondo Formigoni, sta cercando un "nemico" per legittimarsi e provare a "raccattare" qualche consenso andato perduto negli ultimi mesi. "Si stanno arrampicando sugli specchi", dice Formigoni, "non sanno più che pesci pigliare e si trovano allo sbando". Per questo, "preferisco non dare loro più alcuna sponda".
Roberto Formigoni ha poi dichiarato, sempre a Il Giornale d'Italia, che parlerà solo tramite i suoi avvocati. "Non si può condannare agli stenti", ha detto l'avvocato Domenico Menorello, legale, insieme con Andrea Scuttari, proprio dell'ex Presidente della Regione Lombardia. "La pensione serve a sopravvivere e nessuno può ottenere una seconda condanna agli stenti". "È stato semplicemente applicato un basilare principio di diritto", ha continuato il legale, "secondo cui il bene della vita al quale è funzionale la pensione non è totalmente comprimibile".
L'ex Governatore ha poi ribadito che "non è giusto parlare di vitalizio", ma di "semplice pensione", a cui tutti hanno diritto. "La pensione è frutto dei contribuiti versati durante i miei anni di lavoro". Per questo motivo, continua Roberto Formigoni, "sarebbe stato completamente anticostituzionale, da dittatura, che ne venissi privato".
In questo senso ricorda lui stesso le parole illuminanti dell'avvocato. "La pensione serve a sopravvivere e nessuno può ottenere una seconda condanna agli stenti". I grillini si mettano il cuore in pace, dunque.
Roberto Formigoni ha citato la legge che il Movimento 5 stelle, "cavalcando onde altamente populiste", era andato a "recuperare" per togliergli la pensione. Si tratta, infatti, di una legge firmata nientemeno che durante il regime fascista. Sì, proprio quel regime fascista che, sempre i grillini, rivedono nella destra di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini (quest'ultimo, per altro andato al Governo per ben due volte con i pentastellati).
La legge alla quale l'ex Governatore fa riferimento, che toglieva la pensione ai condannati, risale al ventennio fascista ed era stata avallata dal Ministro di Grazia e Giustizia Alfredo Rocco. Quest'ultimo, è bene ricordarlo, dal 1925 al 1932 fu Ministro di grazia e giustizia e affari di culto e promosse la codificazione penale del fascismo. In quegli anni ha infatti firmato il codice penale e quello di procedura penale del 1930. La legge firmata dall'ex Ministro, ricorda ancora Formigoni, era poi stata abolita in Italia negli anni 70, "proprio perché ritenuta anticostituzionale". E "i grillini", che non sanno più che pesci pigliare essendo sprofondati nei sondaggi dietro a Lega, Fratelli d'Italia e Pd, "hanno tentato di riesumarla".
"L’ex presidente della Regione Lombardia può ringraziare la Lega e Forza Italia che, ancora una volta, sono stati determinanti per corrergli in soccorso e blindarlo". Queste le parole di replica di Vito Crimi. "Dal Senato stasera arriva un altro schiaffo al Paese reale, l’ennesimo inaccettabile atto di arroganza da parte di chi si considera al di sopra dei cittadini", continua.
Comunque, per il Movimento 5 stelle non è finita qui e promette battaglia. "Il condannato per corruzione Formigoni riprende il vitalizio e con lui gli altri ex senatori riconosciuti colpevoli di gravi reati", si legge in una nota, dai tratti vagamente minatori, diffusa dai pentastellati. "Il Consiglio di Garanzia, in cui non siede il M5S dopo il tradimento di un nostro ex senatore, ha deciso di respingere il ricorso avanzato dall’amministrazione di Palazzo Madama contro la sentenza di primo grado con la quale la commissione Contenziosa aveva annullato la delibera Grasso del 2015".
"Finché c'era da assegnare i privilegi ai pochi della casta si faceva valere l'autonomia del Senato. Ora che invece c'è da applicare regole di civiltà e rigore - hanno concluso i pentastellati - allora l'autonomia non serve più e ci si appella in modo strumentale addirittura alla legge su Reddito di Cittadinanza e Quota 100 nonché a sentenze interpretate in modo forzato. Dopo decenni si sono accorti che i parlamentari potrebbero avere le stesse regole dei cittadini, ma lo fanno nell'unica volta in cui questo serve a difendere un privilegio. Evidentemente non conoscono vergogna. Noi non ci arrendiamo e rilanceremo la nostra battaglia con nuove proposte".
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