09 Marzo 2021
Le dimissioni di Zingaretti e le sue dichiarazioni non possono essere ignorate e devono spingere il Pd ad una sorta di rifondazione che consenta di avere una linea politica delineata. Ad esserne convinto è il filosofo Massimo Cacciari per il quale le affermazioni dell’ex segretario dem “segnano di fatto un punto di svolta irreversibile".
"Non sono dichiarazioni che possono essere messe tra parentesi, facendo finta che non ci siano state, né è possibile ammorbidirle in qualche modo. Dopo dichiarazioni di quel genere fatte dal segretario di un partito l’unica cosa dare è dar vita ad un congresso che sia davvero decisivo in cui le tesi si contrappongano con franchezza e chiarezza cosicché dopo emerga un gruppo dirigente che possa condurre il partito su una linea precisa perché altrimenti le parole di Zingaretti si trasformano in un puro e semplice epitaffio. Se capiscono questo bene, ma se fanno finta di niente sono morti", ha proseguito l’ex sindaco di Venezia.
Quanto al nome di Enrico Letta, da anni docente a Sciences Po a Parigi, considerato figura di alto profilo, Cacciari osserva: "A parte che non vedo stratosferiche altezze da parte di Letta rispetto a Zingaretti, ma al di là di questo particolare, la verità è che Zingaretti ha posto una drammatica questione e cioè che secondo lui, segretario del Pd, il partito è assolutamente inadeguato ad affrontare la situazione ben oltre la pandemia e le ultime vicende. Il giudizio di Zingaretti riguarda in qualche modo l’intera storia del Partito Democratico" ha affermato il filoso durante la sua analisi.
Per Cacciari "o affrontano la questione e sia Zingaretti che Letta o pincopallo dicono ‘abbiamo capito la situazione e ci muoviamo in una ipotesi di completa rifondazione perché non è questione di nome oppure dicono ‘mettiamoci d’accordo, facciamo finta di niente, facciamo un altro bel pastrocchio tra di noi e chi più vivrà più vedrà', e allora secondo me il partito è spacciato, anche dal punto di vista elettorale perché non capisco chi potrebbe andare a mangiare in un ristorante il cui proprietario esce dicendo che si mangia da schifo".
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