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Governo Draghi, oggi al via le nuove consultazioni: ecco gli scenari possibili

Si ricomincia, alle 15, con il secondo giro di consultazioni. Se i tempi vengono rispettati Draghi potrebbe votare giovedì

08 Febbraio 2021

Governo Draghi: le consultazioni al via questo pomeriggio

Fonte: lapresse.it

Proseguono, tra oggi e domani, le consultazioni del premier incaricato Mario Draghi. Dopo aver ascoltato tutte le parti politiche, ora spetterà proprio all’ex numero uno della Bce, a tirare le fila su quanto ascoltato in questi giorni. Ottenuto il consenso da quasi tutte le parti politiche ora tocca a Draghi indicare la strada da percorrere e gli obietti da raggiungere. Nello scenario è da chiarire, anche, la posizione di Conte che pare non interessato a far parte della compagine di Governo.

Cambiamo

"In questa fase non si deve fare la corsa per mettere la bandierina sul programma di un governo di salvezza nazionale". ha detto Gaetano Quagliariello di Cambiamo. "Se riusciamo a tornare all'interno dell'euroatlantismo vorrà dire che abbiamo contribuito a che le nostre controparti si riconoscano in quella corrente". Infine: "A Draghi abbiamo offerto un sì convinto e senza veti".

+Europa, Radicali e Azione

L'appoggio a Mario Draghi di Azione e Più Europa "è pieno, incondizionato, permarrà, non si limita a questo momento di entusiasmo generalizzato, ma che abbiamo assicurato al presidente incaricato anche per i momenti difficili che senza dubbio arriveranno". Lo hanno affermato Carlo Calenda ed Emma Bonino.

La senatrice ha poi aggiunto: "Il presidente incaricato ha fatto riferimento a tre riforme di fondo che sono quelle che ci chiede la Commissione europea: il fisco, la burocrazia e la giustizia. Da questo punto di vista abbiamo aggiunto non solo la giustizia amministrativa, civile, ma anche quella penale con l'addentellato drammatico della situazione delle carceri italiane".

Maie - Psi

"Una forte cornice europeista e richiamo all'atlantismo e quando il professor Draghi parla di europeismo parla anche di sfida, tanto che è arrivato a mettere sul tavolo la questione di un bilancio comune europeo e quindi una visione che non riguarda soltanto il presente ma un'impostazione futura". Queste le parole del senatore del Psi Riccardo Nencini.

Antonio Tasso, del Maie ha accettato: "Dobbiamo ricordare ai cittadini di non abbassare la guardia" in riferimento alla pandemia, "rispettando le prescrizioni emanate, perché una ripresa anche se lenta, come è stato ricordato dal professor Draghi, è da preferire a questa sorta di stop and go che stiamo vivendo in questo momento".

Consultazioni, Gruppo Misto

"Il presidente Draghi ci ha detto che bisogna investire e con i ristori evitare contributi a fondo perduto, ma finanziare le imprese per riprendere". Lo dichiarato Manfred Schullian, del gruppo Misto, dopo l'incontro con il premier Mario Draghi.

E ancora: "Draghi ci ha illustrato brevemente i pilastri della sua azione. Come premessa non solo simpatica ma essenziale si autodefinisce come futuro presidente di un governo europeista. Tra le priorità che intende seguire con il suo governo: la sanità, la campagna vaccinale che va non solo portata a termine ma iniziata davvero. Ha parlato tanto dell'ambiente, di lavoro e imprese". 

Programma e nomi ministri

La quasi totalità dei consensi ottenuti, addirittura oltre la “maggioranza Ursula”, ora rischia di avere un effetto boomerang, con Pd e Leu che mal digeriscono di doversi sedere allo stesso tavolo di Matteo Salvini e della sua Lega. La sinistra nel suo complesso spera che sia, proprio, Draghi e le sue scelte, a mettere in difficoltà i padani. Salvini, intanto, conferma quello che ha già detto all’incontro con il premier incaricato e la sua delegazione. "Lascio volentieri ad altri le etichette di europeista o anti europeista. “Io sono una persona molto pragmatica, molto concreta. Se nei prossimi mesi si parlerà di tasse e di burocrazia, di come far ripartire i cantieri fermi e dare un po' di respiro alle famiglie, ai commercianti e agli imprenditori, io ci sto” ha sottolineato il leader dei “lumbard”.

Così, mentre la politica attende, tocca a Draghi trovare la sintesi su quanto sentito in questi giorni. Sarà un Governo solo di tecnici o, anche, politico? L’impressione è che quasi tutti i partiti vogliano essere della partita. Si parla, quindi, di un ministro per partito. Per i 5stelle, nonostante voci su qualche attrito tra Di Maio e Palazzo Chigi, dovrebbe proprio essere, ancora lui, ad occupare un ministero. Uno tra Stefano Patuanelli e Stefano Buffagni, con il primo favorito del secondo, potrebbero essere l’altra scelta nel caso ai pentastellati spettassero più ministeri. Sul fronte Pd, escluso un ingresso di Zingaretti, i nomi più quotati restano quelli di Andrea Orlando, Dario Franceschini e Lorenzo Guerini.

Per gli azzurri di Berlusconi si parla di Antonio Tajani, mentre per il Carroccio toccherebbe all’uomo istituzionalmente più presentabile quel Giancarlo Giorgetti, fondamentale per convincere Salvini a schierarsi con Draghi. Non mancano, tuttavia le alternative, per quanto riguardale quote del Carroccio: si parla della senatrice Giulia Bongiorno ed anche dell’ex ministro Gian Marco Centinaio. Tra i partiti minori Bruno Tabacci potrebbe vedersi riconosciuto un ruolo. Per Italia Via, in pole, resta Teresa Bellanova. Una delle poche donne inserite costantemente nel toto ministri. Anche se nell’area delle quote rosa si fa il nome di altre tre donne che potrebbero essere inserite nella squadra, tutte di Forza Italia: Anna Maria Bernini, Maria Stella Gelmini e la vicepresidente della camera Mara Carfagna.

Per quanto concerne Leu, la presenza della Lega sta ponendo non poche questioni, anche per la diversa sensibilità sull’argomento presente all’interno del partito: bisogna vedere quali saranno le scelte di Articolo 1, ala “bersaniana”, e di Sinistra italiana di Nicola Fratoianni. La volontà di Leu è quella di preservare alleanze e punti programmatici del precedente governo. E’ chiaro che per loro il nuovo indirizzo debba, comunque, restare nell’abito i politiche di centro sinistra. Se Leu dovesse far parte della partita il nome più quotato ad occupare un ministero resta ancora quello di Roberto Speranza.

Se si scegliesse, invece, la strada tecnica, un ruolo da protagonista nel Governo che verrà potrebbe toccare Rocco Bellantone, direttore del governo clinico del Gemelli e preside della Facoltà di Medicina della Cattolica di Roma, che darebbe garanzie sul fronte della competenza e delle capacità gestionali. Tra i nomi più  ricorrenti in questi giorni, ci sono anche  quello di Marta Cartabia  alla Giustizia e  Luciana Lamorgese, confermata all'Interno. Per il Mef continua a circolare il nome di Fabio Panetta con quelli di Dario Scannapieco e Lucrezia Reichlin. Potrebbe, invece, occupare il Ministero del Lavoro, Enrico Giovannini, mentre allo Sviluppo economico potrebbe concorrere Andrea Prencipe, Rettore dell'Università Luiss Guido Carli. Nei rumours resiste anche l'ex 'mister Spending Review', Carlo Cottarelli.

Calendario consultazioni

Il programma di oggi, intanto, prevede l’apertura delle consultazioni, alle 15: fino alle 17.30 Draghi incontrerà Autonomie, il Movimento italiani all'estero, Azione, +Europa, i radicali, Noi con l'Italia, Cambiamo, Centro democratico. Domani, a partire dalle 11,  i primi a sedersi di nuovo al tavolo con Draghi saranno i cosiddetti 'responsabili', il gruppo di Europeisti-Maie-Centro democratico nato al Senato dopo le dimissioni di Conte. A seguire Leu, Italia viva, Fratelli d'Italia, Pd, Forza Italia, Lega e M5s.

Una volta finite le consultazioni, con ogni probabilità,  Draghi salirà di nuovo al Colle mercoledì per sciogliere le riserve e presentare i nomi dei ministri a Mattarella. Se i tempi verranno rispettati, giovedì potrebbe essere la giornata del giuramento, ed entro la settimana, massimo all'inizio della prossima, dovrebbe arrivare la fiducia del Parlamento. Venerdì pomeriggio, invece, potrebbe esserci la prima uscita ufficiale di Draghi presidente del Consiglio, in occasione delle celebrazioni per l'anniversario dei Patti Lateranensi, in programma all'ambasciata italiana presso la Santa sede.

Nelle scorse ore naturalmente non sono mancati i contatti tra Draghi e Mattarella, per aggiornarlo sull'evoluzione del suo tentativo. Il Capo dello Stato, sempre attento a non interferire nelle dinamiche governo-Parlamento, tuttavia in questa occasione è particolarmente interessato a capire come stia procedendo il lavoro del premier incaricato. Non gli ha fissato limiti di tempo, gli ha concesso ampia libertà per la definizione del perimetro politico della maggioranza parlamentare e, conseguentemente, nel delineare profili e nomi dei ministri.

Tuttavia la natura dell'esecutivo che si va formando presuppone un'interlocuzione tra il Colle e il futuro inquilino di palazzo Chigi prima che si arrivi allo scioglimento della riserva, per uno scambio di vedute e qualche consiglio utile, che faciliti l'avvio di una navigazione che si preannuncia comunque complessa.

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