19 Gennaio 2021
Giuseppe Conte (fonte foto Lapresse)
Incassata la fiducia alla Camera, con 321 favorevoli e 259 contrari, Giuseppe Conte, ieri, ha potuto tirare un momentaneo sospiro di sollievo perché è solo questa mattina che si decideranno la sua sorte e quella del suo Governo. In Senato, infatti, la sopravvivenza della compagine giallorossa alla guida del Paese è legata ad un numero risicato di voti e, soprattutto, a quella compravendita di consensi e favori che spesso hanno caratterizzato la vecchia politica.
Conte è nervoso e si vede, irritatissimo con Matteo Renzi, vede traballare il sogno di essere considerato il Winston Churchill italiano, anche perché la maggioranza assoluta a Palazzo Madama è di 161 voti, quota che, in questo momento, non sembra così facile da raggiungere. Detto che risulta particolarmente triste vedere come un Governo nato come elemento di spaccatura verso il passato si muova secondo le logiche della più becera politica, basata sullo scambio di poltrone e posizioni, vediamo quali possono essere gli scenari possibili. Il primo, quello in cui confida il vanaglorioso presidente del Consiglio, è quello che i “responsabili” e i “costruttori” seguano il suo appello e confermino la fiducia. In questo caso troveremmo ancora Conte alla guida di un Governo più debole del precedente, non più in balia di Italia Via, partito neanche al 3%, ma di un gruppetto variegato di esuli e voltagabbana.
La seconda ipotesi è quella che Conte non abbia i numeri: l’avvocato del popolo, quindi, salirebbe al Quirinale per rassegnare le dimissioni. A questo punto gli scenari sarebbero differenti. Mattarella potrebbe incaricare nuovamente Conte di formare un nuovo Governo che potrebbe nascere da un rimpasto ancora con Italia Viva: alcuni renziani sarebbero disponibili, meno tutte le altre forze di Governo ma, da come ci hanno abituato i nostri politici, non mi stupirei di un repentino dietrofront pur di mantenere potere e poltrone. Il presidente della Repubblica, tuttavia, potrebbe anche incaricare qualcun altro, anche se il rischio resta sempre quello di una maggioranza risicata. Non è da scartare, anzi, l’ipotesi di un governo tecnico, creato per traghettare l’Italia fuori da questa difficile situazione sanitaria ed economica. In questo caso sarebbe in consueto “bagno di sangue” per gli italiani, che verranno sicuramente tartassati per risollevare le sorti di un Paese indebitato fino all’osso e far fronte alle spese impreviste ed agli sprechi generati dalla pandemia e dal cattivo utilizzo delle risorse pubbliche.
Terza ipotesi le lezioni: sicuramente la scelta più corretta dal punto di vista democratico, considerando che l’attuale parlamento non rappresenta più la volontà elettorale della gente, ma probabilmente anche la più difficile e pericolosa da percorrere in un momento in cui il Paese ha la necessità di ottenere fondi dall’Europa che rischiano di essere messi in dubbio da una situazione politica incerta. Come dire: siamo nelle mani di Dio, ma forse è meglio che in quelle di Giuseppe Conte e Rocco Casalino.
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