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Fondazione FAIR, al via il Fondazione FAIR Forum 2025 per promuovere un cambiamento culturale verso un gioco più responsabile

L’obiettivo è costruire le fondamenta di un nuovo patto sociale tra istituzioni, operatori e cittadini; Matteo Caroli, Presidente di Fondazione FAIR: "Questi dibattiti vogliono creare un dialogo strutturato e competente, promuovendo soluzioni condivise e strumenti più avanzati per la tutela dei giocatori"

27 Novembre 2025

Fondazione FAIR, al via il Fondazione FAIR Forum 2025 per promuovere un cambiamento culturale verso un gioco più responsabile

Sono stati presentati oggi presso il MomMec a Roma, nel corso di Fondazione FAIR Forum 2025 – primo appuntamento annuale promosso da Fondazione FAIR – i risultati della ricerca realizzata da Ipsos, alla presenza di istituzioni, operatori e studiosi dell’industria del gioco. Il Forum nasce con l’obiettivo di promuovere un cambio culturale che renda il gioco più consapevole, sostenibile e orientato al benessere delle persone, costruendo le basi di un nuovo patto sociale tra istituzioni, operatori e cittadini.

In questa cornice, lo studio, basato su interviste a soggetti istituzionali e a operatori del settore, ha delineato un quadro complesso e ancora polarizzato del mondo del gioco in Italia, dove persistono percezioni negative radicate nel tempo e dove il concetto di gioco responsabile, sebbene ampiamente noto, fatica a tradursi in pratiche efficaci.

I risultati della ricerca

Dalla ricerca emerge che il gioco continua a essere prevalentemente associato a dipendenza, rischio, denaro e azzardo, un’immagine sostanzialmente invariata rispetto a dieci anni fa, che conferma una scarsa evoluzione nella percezione dell’opinione pubblica, nonostante le iniziative di regolamentazione e sensibilizzazione. L’80% dei soggetti istituzionali ritiene inoltre che il ruolo sociale del settore sia peggiorato nell’ultimo decennio.

Le trasformazioni del settore, dalla crescita dell’offerta alla digitalizzazione, hanno contribuito – secondo gli intervistati – a una progressiva normalizzazione del gioco e a un aumento delle situazioni di rischio, soprattutto per i soggetti più vulnerabili. Inoltre, pur dichiarando nella quasi totalità dei casi di conoscere il concetto di gioco responsabile (94% degli operatori, 87% dei soggetti istituzionali), gli intervistati offrono interpretazioni profondamente diverse: gli operatori tendono a enfatizzare l'autoregolazione individuale del giocatore, mentre le istituzioni richiamano la necessità di una co-responsabilità condivisa tra Stato, operatori e comunità. Nonostante ciò, il 71% dei soggetti istituzionali considera il gioco responsabile poco o per nulla applicato nel contesto italiano, principalmente per la difficoltà di intercettare i giocatori problematici e rendere efficaci gli strumenti di prevenzione. A ciò si aggiunge una scarsa familiarità con il quadro normativo: il Decreto Legge 41 del 2024, pur rappresentando un importante passo nel riordino del settore online, è conosciuto in modo superficiale e non viene ancora ritenuto sufficiente per garantire tutele reali e maggiore trasparenza.

Le dichiarazioni di Matteo Caroli

"I risultati della ricerca mostrano un settore che necessita di un cambio di passo, capace di superare polarizzazioni e di trasformare il gioco responsabile in una pratica concreta,  misurabile ed efficace" dichiara Matteo Caroli, Presidente di Fondazione FAIR. "Il nostro obiettivo è promuovere un cambio culturale che porti a un modo di intendere il gioco più consapevole, sostenibile e orientato alla tutela delle persone. I dibattiti favoriti e organizzati da Fondazione FAIR vogliono creare un dialogo strutturato, competente e costruttivo, promuovendo soluzioni condivise e strumenti più avanzati per la tutela dei giocatori, la trasparenza dell’offerta e la sicurezza dei consumatori".

Gli elementi necessari

La ricerca evidenzia infine la necessità urgente di una normativa nazionale più completa, accompagnata da un rafforzamento della tracciabilità, da comunicazioni più trasparenti e da interventi educativi mirati soprattutto ai giovani. Solo un approccio integrato che coinvolga istituzioni, operatori, terzo settore e comunità scientifica – sottolineano gli intervistati – potrà garantire un’evoluzione del settore verso standard più elevati e realmente orientati alla responsabilità.

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