Gedi, nel 2024 perdita a -€45 mln (-56%), ricavi a -€386,8 mln (-18,2%), digitale al 28,8% del fatturato; Exor rinuncia a 40 mln
Dal punto di vista dei costi, la gestione ordinaria si è alleggerita del 15,1%, grazie soprattutto alla riduzione del costo della carta, alla riorganizzazione interna e al calo del numero dei dipendenti, che a fine anno erano 1.343, ovvero 204 in meno rispetto al 2023
Nel 2024 il Gruppo Gedi, che fa capo alla holding Exor della famiglia Agnelli-Elkann e controlla testate come La Repubblica, La Stampa e radio come Radio Deejay, ha chiuso l’anno con una perdita di circa 45 milioni di euro. Nonostante il risultato sia ancora negativo, rappresenta un netto miglioramento rispetto al 2023, quando la perdita era stata di oltre 102 milioni.
Il fatturato consolidato del gruppo è sceso a 386,8 milioni di euro, segnando un calo del 18,2% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, se si escludono le cessioni di alcune testate locali, la diminuzione reale dei ricavi si attesta al 7,8%. È interessante notare che quasi il 29% del fatturato proviene ormai da attività digitali, confermando il crescente peso del digitale nel modello di business del gruppo.
Analizzando i diversi settori, la stampa nazionale ha generato ricavi per 167,5 milioni di euro, in calo rispetto all’anno prima, ma con un risultato operativo meno negativo: da -48,4 milioni si è passati a -7,5 milioni. La stampa locale, fortemente ridimensionata dopo la vendita di diverse testate, ha registrato 74,7 milioni di ricavi, ma ha beneficiato di una sensibile riduzione delle perdite operative, che scendono a -1,3 milioni. Il comparto radiofonico, invece, ha ottenuto risultati positivi, con un fatturato in crescita del 4,3% a 63,5 milioni e un utile operativo di 10 milioni, in miglioramento rispetto all’anno precedente.
Dal punto di vista dei costi, la gestione ordinaria si è alleggerita del 15,1%, grazie soprattutto alla riduzione del costo della carta, alla riorganizzazione interna e al calo del numero dei dipendenti, che a fine anno erano 1.343, ovvero 204 in meno rispetto al 2023. Va però segnalata una svalutazione di 7,5 milioni di euro legata all’investimento nella società Stardust.
Sul piano finanziario, Exor è intervenuta direttamente a sostegno del gruppo, rinunciando a un credito da 40 milioni di euro e riducendo un finanziamento da 190 a 170 milioni. Questa operazione ha contribuito a migliorare i conti patrimoniali, con l’indebitamento netto che è sceso a 200,1 milioni e il patrimonio netto che è salito da 52,2 a 68,4 milioni di euro.
Guardando al futuro, la direzione del Gruppo Gedi intende continuare il piano di contenimento dei costi, affiancato però da investimenti mirati nel digitale, con l’obiettivo di espandere ulteriormente la propria audience su tutte le piattaforme. “In merito al futuro, il Gruppo ritiene, salvo un peggioramento del contesto internazionale, di disporre di leve gestionali e finanziarie adeguate a garantire prospettive di sviluppo positive nel medio-lungo periodo”, si legge nel bilancio.
John Elkann saluta l'editoria
Negli ultimi mesi si è fatta sempre più concreta l’ipotesi che John Elkann voglia uscire definitivamente dal mondo dell’editoria. Dopo anni di cessioni e ridimensionamenti, anche La Repubblica e La Stampa, i principali quotidiani del gruppo GEDI, sembrano destinati a cambiare proprietà. Elkann, tramite Exor, starebbe valutando la cessione dell’intero gruppo, che controlla anche Il Secolo XIX, varie testate locali (come Il Piccolo, Il Mattino di Padova e Messaggero Veneto) e radio. L’unica eccezione potrebbe essere La Stampa, per il legame affettivo con la famiglia Agnelli.
Molte testate sono già state dismesse o vendute, tra cui Il Secolo XIX, passato a Gianluigi Aponte. GEDI è oggi un frammento del gruppo che fu. Tra i potenziali acquirenti c’è Vivendi, interessata a entrare nell’editoria italiana come socio di minoranza. Il gruppo francese controlla Canal+, Hachette, Universal Music e Havas.
Già nel 2022, secondo quanto riportato da Il Giornale d’Italia, erano in corso trattative tra Elkann e Danilo Iervolino per La Repubblica. Dopo l’acquisizione de L’Espresso, Iervolino aveva puntato su un quotidiano nazionale, individuando in Repubblica il suo obiettivo. Sebbene l’operazione non sia ancora definita, quelle anticipazioni offrono un contesto utile per capire le attuali trattative in corso.