Nomine partecipate 2023: Enel, Eni, Leonardo e Poste. I nomi sul tavolo di Meloni
Stefano Donnarumma e Luigi Ferraris sarebbero in pole per Enel. Descalzi e Del Fante verso la riconferma. Mariani in pole per Leonardo insieme a Cingolani, che è entrato nel board del nuovo Fondo per l’innovazione della Nato, ruolo che però non posizionerebbe l’ex ministro in conflitto di interessi con Leonardo
Il valzer delle nomine per il rinnovo delle partecipate di Stato è ormai agli ultimi giri. Sebbene i giochi in generale non siano ancora chiusi, Stefano Donnarumma, attuale ad di Terna e Paolo Scaroni, Presidente del Milan, come anticipato da Il Giornale d’Italia, potrebbero presto salire ai vertici di Enel, che intanto macina utili.
I risultati 2022 sono infatti superiori rispetto alle stime, con ricavi a € 140.517 mln (+64%), EBITDA a € 19,9 mld (+15,6%) e con un utile netto di 5,4 miliardi di euro.
Forte dei risultati ottenuti anche l’attuale ad Francesco Starace si è detto disponibile a un quarto mandato. Spunta però un terzo nome per la poltrone di AD: entra nel totonomine Luigi Ferraris, attuale ad di FS. Nel gioco forza tra gli esponenti della maggioranza potrebbe a quel punto pesare proprio la poltrona di FS che fa gola al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il quale vorrebbe posizione un suo uomo alla guida delle ferrovie italiane.
Infatti, seppur il rapporto tra Ferraris e Salvini sia ben solido, bisogna considerare che a giocare un ruolo fondamentale nella scacchiera delle nomine potrebbe essere la volontà della premier Meloni di non porre veti sulle riconferme, considerate come una decisione unanime della maggioranza.
Da Enel a Poste Italiane, Leonardo e Eni: presto i nomi dei vertici delle grandi partecipate pubbliche
Le nomine in discontinuità fanno gola anche alle varie forze politiche: ognuno caldeggia i propri uomini di fiducia e il braccio di ferro continua ad essere intenso, nonostante Meloni abbia negato che ci siano frizione tra la maggioranza, aggiungendo: “Stiamo lavorando con grande serietà nonostante le ricostruzioni che io leggo ogni giorno, che sono divertentissime".
Fatto sta che a sbloccare la partita potrebbe essere proprio un eventuale rimescolamento in FS, con l’uscita appunto di Ferraris e la nomina di un uomo vicino alla Lega, che potrebbe essere Roberto Tomasi, attuale ad di Autostrade per l’Italia. Tuttavia anche la fascia interna al Gruppo potrebbe sgomitare per emergere.
Nella geografia delle nomine pare però che non ci saranno sconvolgimenti per Eni, dove la riconferma dell’ad Claudio Descalzi è ormai prossima, e per Poste Italiane, dove Matteo Del Fante resta solido. Elisabetta Belloni potrebbe invece essere cooptata per la presidenza o in Poste o in Eni, anche se potrebbe restare ai servizi per mantenere gli equilibri generali. Più complicato il capitolo Leonardo.
In pole Roberto Cingolani che è stato da poco cooptato per un ruolo di prestigio: l'ex ministro del governo Draghi è entrato nel board del nuovo Fondo per l’innovazione della Nato, ruolo che però non posizionerebbe l’ex ministro in conflitto di interessi con Leonardo. Il ruolo ricoperto richiederebbe infatti all'ex Ministro un impegno minimo con un semplice rimborso spese e soprattutto non entrerebbe nel management committee.
In "pole" anche Lorenzo Mariani, managing director di Mbda Italia, gia' dato in short list da il Giornale d’Italia. Il manager, in occasione della conferenza stampa dell'azienda, alla domanda sulla prossima leadership di Leonardo, ha sottolineato:
“La leadership di Leonardo dovrà valorizzare MBDA. Sicuramente gli effetti positivi dell’interesse dei nostri tre azionisti si vedono anche in termini di risultati positivi”.