Ucraina, Mosca schiera missili nucleari Oreshnik in Bielorussia, Peskov su raid contro casa Putin: "Non forniremo prove"; il 6 gennaio vertice Ue
Il ministero della Difesa russo e bielorusso annunciano che missili con capacità nucleare sono già "operativi", mentre salgono le preoccupazioni degli Paesi europei pronti ad un nuovo incontro in Francia fissato al prossimo martedì 6 gennaio
I progressi nei negoziati di pace tra Russia e Ucraina mediati da Washington, che dopo la scorsa domenica 28 Dicembre sembravano avviarsi verso una spinta favorevole "definitiva", ora sono nuovamente precipitati. Nella notte Mosca ha infatti schierato missili Oreshnik con capacità nucleare, in Bielorussia, uno dei suoi Stati alleati.
Ucraina, Mosca schiera missili nucleari Oreshnik in Bielorussia, Peskov su raid contro casa Putin: "Non forniremo prove"; il 6 gennaio vertice Ue
"Sono ora operativi" ha comunicato il Cremlino riferendosi ai missili nucleari Oreshnik predisposti in territorio bielorusso. Una mossa che ha già cominciato ad agitare le cancellerie europee ed alleate, considerato che la Bielorussia condivide un confine con Polonia, Lituania e Lettonia, Paesi Nato. Putin ha aggiunto che tali missili sono impossibili da intercettare perché la loro velocità è circa 10 volte superiore a quella del suono. Video diffusi dal Ministero della Difesa russo e bielorusso mostrano come i missili, con gittata di circa 5.500 chilometri, vengano trasportati in foreste e mimetizzati con delle reti.
Le nuove mosse del Cremlino seguono coerentemente i preavvisi lanciati dal ministro degli Affari Esteri Sergej Lavrov e dal portavoce Dmitri Peskov dopo l'"attacco terroristico ucraino" con circa 91 droni contro la residenza statale dello zar nella regione nord-occidentale di Novgorod. Il governo di Kiev ha nettamente respinto le accuse che anzi, sono servite al presidente ucraino Volodymyr Zelensky per puntare il dito contro Mosca accusandola di aver studiato un pretesto per un attacco massiccio contro Kiev e strutture governative.
Sul caso è intervenuto anche Andrii Sybiha, ministro degli Esteri ucraino che, supportato dall'alleato francese, ha accusato Mosca di non aver fornito alcuna "prova plausibile" a sostegno delle sue incriminazioni. Peskov non ha mancato di rispondere: "Non credo ci dovrebbero essere prove se un attacco con droni viene effettuato, attacco neutralizzato grazie al lavoro ben coordinato dal sistema di difesa aereo". A battere sullo stesso tasto è l'inviato russo Kirill Dmitriev che accusa: "Zelensky sta fallendo nel suo intento di prolungare il conflitto e l'inevitabile, ad un costo follemente alto per l'Ucraina".
Nella nuova turbolenza diplomatica ai leader europei, che si sono visti ieri intorno alle 11 ora italiana, non rimane altro che procedere con cautela. Intanto, per il prossimo 6 gennaio è prevista una nuova riunione in Francia, nell'ambito della Coalizione dei Volenterosi.