Ucraina, terminati negoziati Miami, Witkoff: "Produttivi, pace vicina", Dmitriev: "No a trilaterale con Usa e Kiev, sì a vertice con Macron"

Mosca respinge il trilaterale con Usa e Kiev ma riapre a Parigi. A Miami progressi tecnici sul piano di pace, mentre Europa e Ucraina restano decisive

I negoziati di Miami fra gli inviati americani Jared Kushner e Steve Witkoff e le delegazioni ucraine e russe si sono conclusi nella notte italiana. Secondo Witkoff e i diplomatici di Kiev, il vertice è stato "produttivo", tanto da definire la pace come "vicina". Il rappresentante del presidente Vladimir Putin, Kirill Dmitriev, ha chiuso su un presunto trilaterale fra Stati Uniti, Ucraina e Russia, ha invece aperto a un eventuale vertice con Emmanuel Macron.

Ucraina, terminati negoziati Miami, Witkoff: "Produttivi, pace vicina", Dmitriev: "No a trilaterale con Usa e Kiev, sì a vertice con Macron"

Vladimir Putin ha chiuso la porta a un incontro a tre con Stati Uniti e Ucraina, ma ha lasciato socchiuso uno spiraglio verso l’Europa, aprendo a una possibile ripresa del dialogo con il presidente francese Emmanuel Macron. È il segnale più visibile emerso dai negoziati di Miami, conclusi senza svolte decisive ma accompagnati da dichiarazioni caute e contrastanti che confermano quanto l’accordo resti fragile ed elusivo.

I colloqui in Florida, definiti “produttivi e costruttivi” dall’inviato speciale americano Steve Witkoff, si sono concentrati su quattro dossier chiave: l’ulteriore sviluppo del piano di pace in 20 punti, un quadro di garanzie di sicurezza multilaterali, le garanzie dirette degli Stati Uniti e un piano economico per la ricostruzione e la prosperità dell’Ucraina. Progressi tecnici, dunque, ma nessuna svolta politica.

Il Cremlino ha però liquidato come “poco costruttive” le modifiche avanzate da europei e ucraini al piano promosso da Donald Trump, soprattutto quelle che prevedono garanzie di sicurezza sul modello dell’articolo 5 della Nato ed escludono la cessione formale dell’intero Donbass. Secondo Mosca, tali proposte rischiano solo di prolungare il conflitto. Il consigliere presidenziale Yuri Ushakov ha ribadito che la Russia intende attenersi a quanto già concordato con Washington ad Anchorage e in altri incontri bilaterali.

Sul piano strategico, l’apertura a Macron appare tutt’altro che casuale. Mosca sembra considerare oggi l’Europa il principale ostacolo a un’intesa favorevole, soprattutto dopo il prestito da 90 miliardi garantito a Kiev per sostenere la difesa ucraina.

Da Kiev, il presidente Volodymyr Zelensky insiste sul coordinamento stretto con i partner europei, temendo che il Cremlino possa tentare di dividerli attraverso un dialogo selettivo. Mentre sul terreno continuano attacchi e bombardamenti, la diplomazia avanza a piccoli passi.