Attentato Sydney, chi sono il 50enne Sajid Akram e il figlio 24enne Naveed, killer della strage: "affiliati all'ISIS dal 2019", vivevano a Bonnyrigg

Il padre, pachistano, emigrato in Australia nel 1998 con un visto per studenti; il figlio nato in Paese, operaio e affiliato all'Isis dal 2019. Sajid Akram aveva il porto d'armi: 6 armi detenute legalmente per motivi di caccia

Si chiamano Sajid AkramNaveed Akram quelli che la polizia australiana ha identificato come i due killer responsabili della sparatoria avvenuta ieri, 14 dicembre, a Bondi Beach, a Sydney. Rispettivamente padre e figlio, Sajid deteneva sei armi da fuoco regolarmente registrate.

Attentato Sydney, chi sono il 50enne Sajid Akram e il figlio 24enne Naveed, killer della strage: "affiliati all'ISIS dal 2019", vivevano a Bonnyrigg

Sono dunque padrefiglio i due aggressori responsabili di aver ucciso circa 16 persone, tra cui il rabbino della città Eli Schlanger e una bambina di appena 12 anni, e di averne ferite altre 29 mentre erano in corso i festeggiamenti per l'Hanukkah ebraica. Entrambi intercettati e "neutralizzati" dalla polizia, gli uomini armati sono Sajid Akram, 50enne ucciso dagli agenti, e il figlio 24enne Naveed, originario del Pakistan e residente insieme al padre, a Bonnyrigg, un quartiere di periferia a sud-ovest della capitale australiana.

A quanto risulta dalle informazioni rese note, Sajid Akram, pachistano, aveva la residenza permanente in Australia: qui era arrivato nel 1998 con un visto per studenti, prima di stabilirsi nel Paese e aprire un negozio di frutta e verdura. L'uomo pare avesse la licenza per il porto d'armi per caccia ricreativa, sicché le sei armi da fuoco in suo possesso - e probabilmente utilizzate durante la strage di Bondi Beach - erano regolari e autorizzate. Il figlio invece, ha dichiarato il ministro degli Interni Tony Burke, è un cittadino nato in Australia e faceva l'operaio. Le prime indagini sul suo conto da parte dell'Agenzia di intelligence australiana (ASIO) risalgono al 2019 quando Naveed e il padre avrebbero giurato fedeltà ad una cellula dello Stato islamico con sede a Sydney.

A quanto risulta da alti funzionari, due bandiere dell'ISIS sarebbero infatti state ritrovate nell'auto degli uomini. Naveed sarebbe stato "strettamente legato" ad Isaac El Matari, dichiaratosi comandante ISIS in Australia e in seguito condannato a sette anni di carcere nel 2021 per reati di terrorismo. Aveva studiato il Corano e l'arabo nell'Al Murad Institute, ad ovest di Sydney. A quanto risulta dalle ricostruzioni fatte, i due killer - qualche settimana prima dell'attentato - si sarebbero trasferiti in un Airbnb nella periferia di Campsie, a circa 20 minuti di macchina dal luogo della strage. La moglie e madre dei killer - secondo fonti locali - avrebbe detto che i familiari si sarebbero diretti a pescare prima di andare a Bondi Beach.

Nella proprietà dei killer sarebbero stati anche rinvenuti ordigni esplosivi rudimentali. Naveed è ora ricoverato in ospedale con ferite gravi. Non è ancora chiara la matrice della sparatoria: potrebbe condurre alla complicità jihadista - pista maggiormente seguita dagli investigatori australiani -, ma anche al coinvolgimento israeliano. Si parla infatti di false flag architettata da Tel Aviv e dal Mossad in particolare - che peraltro ha preso parte alle indagini in corso.