Usa-Russia, Macron e Merz alimentano tensioni: "Washington pronta a tradire Ue costringendo Kiev a cedere terre, non lasciamo Zelensky solo"
I principali leader europei e il Segretario Nato Rutte avrebbero sollevato dubbi sulla "serietà" e l'"imparzialità" di Witkoff e Kushner ai colloqui di pace con Putin, di fatto aumentando i sospetti verso i loro confronti e più schierati verso posizioni pro Cremlino
"C'è il rischio che gli Stati Uniti tradiscano l'Ucraina sul territorio senza chiarezza sulle garanzie di sicurezza": a dirlo mettendo la pulce sull'orecchio al presidente ucraino Zelensky, sarebbero stati il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il Capo dell'Eliseo Macron commentando quanto si sarebbero detti, in cinque ore di colloquio, i delegati Usa Steve Witkoff e Jared Kushner insieme al presidente russo Putin.
Usa-Russia, Macron e Merz alimentano tensioni: "Washington pronta a tradire Ue costringendo Kiev a cedere terre, non lasciamo Zelensky solo"
L'Unione Europea continua a seminare discordia in un processo di definizione della pace, tra Russia ed Ucraina, già di suo turbolento e difficile. Dopo i più recenti colloqui diplomatici tenutisi a Mosca lo scorso martedì 2 dicembre tra lo zar e gli inviati del Presidente Trump Witkoff e Kushner, le speculazioni europee su presunti "tradimenti" statunitensi verso l'Ue sono fioccate. Al centro delle macchinazioni vi sarebbe l'idea secondo cui gli Usa e la Russia potrebbero aver stretto un tacito accordo per costringere Kiev a cedere parti di territorio assecondando così le aspirazioni di Mosca. A quanto emerge da alcune fonti, sarebbero stati proprio Merz e Macron a sollevare il "problema" parlando direttamente a Zelensky e mettendolo in guardia verso un presunto "complotto" di tradimento nei confronti di Ucraina ed Europa.
Allertando il presidente ucraino dicendogli di stare "molto attento" ché "stanno giocando con voi e con noi", Merz e Macron avrebbero sollevato il "rischio che gli Stati Uniti tradiscano l'Ucraina sul territorio senza chiarezza sulle garanzie di sicurezza". E persino il finlandese Alexander Stubb, nonostante corra buon sangue tra lui e la Casa Bianca, avrebbe messo in guardia contro i negoziatori Usa: "Non dobbiamo lasciare l'Ucraina e Volodymyr da soli con questi tizi" avrebbe detto. Parole che lanciano più di un allarme e che dicono molto non solo della scarsa fiducia nutrita dai membri Ue nei confronti dei negoziatori mandati da Trump, ma sui tentativi dell'Ue - a cui si è aggiunto anche il Segretario Nato Mark Rutte - di frenare i tentativi di negoziazione di pace, così come dopotutto aveva avvisato già Peskov.
Rutte non è stato da meno: "Sono d'accordo con Alexander sul fatto che dobbiamo proteggere Volodymyr" avrebbe detto unendosi alla discordia complessiva. Uno dei punti più delicati del documento di pace risiederebbe proprio nella sovranità dei territori: Mosca reclama a sé il Donbass, comprese le aree sotto controllo militare ucraino, ed è un punto su cui ha dimostrato di non voler cedere. Queste conversazioni si sarebbero svolte proprio lunedì, nel corso di una chiamata riservata a cui erano presenti anche il ministro polacco Tusk, la premier Giorgia Meloni, il danese Mette Frederiksen, il norvegese Jonas Gahr Støre, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo António Costa.
I membri Ue avrebbero quindi invitato alla "prudenza", ma funzionari informati hanno successivamente "attutito" le dichiarazioni rese dai vari leader in chiamata. I "sospetti" sull'affidabilità di Witkoff arrivano peraltro all'indomani della scoperta telefonata con Ushakov sulla cessione del Donetsk.