Sudan, Msf denuncia: "Oltre 1,5 milioni di persone fuggite in Egitto dal 2023 a causa della guerra, raccontano di una situazione insostenibile"

L'ong denuncia le condizioni in cui versano i profughi sudanesi stabilitisi in Egitto: necessitano cure mediche, aiuto giuridico e aiuto per superare le atrocità viste nella guerra

In fuga dalla guerra civile e da quella che è considerata la più grave crisi umanitaria attuale, oltre un milione e mezzo di sudanesi hanno cercato rifugio in Egitto, in particolare nel governatorato di Assuan. Questo è quanto riportano Medici senza frontiere (MSF), che opera in collaborazione con la no-profit egiziana Om Habibeh Foundation (Ohf).

Nei due anni dall’inizio del conflitto in Sudan, molti sudanesi fuggiti dalla guerra tra Rsf e Saf hanno attraversato il confine con l'Egitto, stabilendosi soprattutto nel governatorato di Assuan, immediatamente oltre la frontiera. Da un anno, MSF è presente per fornire supporto medico e psicologico attraverso 5 cliniche mobili, gestite in collaborazione con l’organizzazione egiziana partner, offrendo assistenza sanitaria di base e servizi di salute mentale ai rifugiati e alla popolazione locale. I profughi infatti, come spiegato dalle ong, soffrirebbe in larga parte anche di gravi problemi di salute mentale dovuti alle atrocità viste in patria.

Sudan, Msf denuncia: "Oltre 1,5 milioni di persone fuggite in Egitto dal 2023 a causa della guerra, raccontano di una situazione insostenibile"

Il governatorato di Assuan rappresenta non solo il primo punto d’arrivo per molti sfollati, ma anche un fondamentale luogo di transito, dove i bisogni umanitari — protezione, alloggio, cibo e cure — sono particolarmente urgenti e l’accesso agli ospedali resta molto complesso. Nell’ultimo anno, i team di MSF hanno effettuato oltre 7.265 visite generali, più di 6.600 visite per malattie non trasmissibili, 1.470 sedute individuali di salute mentale e oltre 2.440 sessioni di promozione sanitaria.

Fuggire dalla guerra e lasciare tutto alle proprie spalle ha un grave impatto sulla salute delle persone che soffrono di malattie croniche ma anche di ansia, depressione o disturbo da stress post-traumatico per ciò che hanno vissuto in Sudan, durante il viaggio e per l’incertezza della loro vita”, spiega Moses Luhanga, responsabile delle attività di promozione della salute di MSF in Egitto. 

Molti rifugiati sudanesi, arrivati con pochissimi beni essenziali, vivono infatti enormi difficoltà e spesso uno status giuridico incerto limita la loro libertà di movimento e l’accesso alle cure, anche a causa del timore di intimidazioni o violenze. “Le persone sono stanche della guerra e della loro situazione e vedono le visite settimanali di Msf e Ohf come un momento di sollievo – racconta il portavoce della comunità sudanese a Karkar, Alaa Salah Eddin –. Quando ho annunciato per la prima volta che uno psicologo sarebbe venuto in Paese, più di 500 persone hanno voluto incontrarlo”.

Oltre alle cure mediche, ogni giorno un operatore di MSF segue i pazienti che necessitano di ulteriore supporto, come protezione, aiuti economici o assistenza sociale. Da settembre 2025, più di 80 pazienti sono stati indirizzati ad altre organizzazioni del territorio in grado di offrire questo tipo di interventi.