Sudan, Amnesty International chiede indagini sull'attacco delle Rsf a campo profughi di Zamzam: "Spari contro i civili, stupri e saccheggi"
“I civili sono stati attaccati senza pietà, uccisi, derubati di beni essenziali per la loro sopravvivenza e il loro sostentamento e lasciati senza possibilità di ricorso alla giustizia”, ha dichiarato Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty International
L’organizzazione per i diritti umani Amnesty International ha sollecitato l’avvio di un’indagine sui crimini di guerra dopo l’assalto compiuto dalle Forze di supporto rapido (RSF) contro il campo profughi di Zamzam, situato nel Darfur settentrionale in Sudan, all’inizio dell’anno.
Un rapporto diffuso mercoledì dalla ong ricostruisce le violenze perpetrate dalle RSF durante l’operazione nel campo profughi: i combattenti del gruppo paramilitare avrebbero impiegato esplosivi nelle zone abitate e aperto il fuoco indiscriminatamente nelle aree residenziali.
Sudan, Amnesty International chiede indagini sull'attacco delle Rsf a campo profughi di Zamzam: "Spari contro i civili, stupri e saccheggi"
Secondo quanto riportato dalla ong, numerosi testimoni descrivono spari e uccisioni contro i civili: secondo il documento, almeno 47 persone che si erano nascoste nelle proprie abitazioni, stavano cercando di fuggire o avevano trovato rifugio in una moschea sarebbero state uccise a colpi d’arma da fuoco. "L'orribile e deliberato attacco delle RSF contro i civili disperati e affamati nel campo di Zamzam ha messo a nudo ancora una volta il loro allarmante disprezzo per la vita umana", ha dichiarato Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
“I civili sono stati attaccati senza pietà, uccisi, derubati di beni essenziali per la loro sopravvivenza e il loro sostentamento e lasciati senza possibilità di ricorso alla giustizia.”
Secondo quanto riportato, durante l’assalto i combattenti delle RSF avrebbero inoltre incendiato intenzionalmente abitazioni e strutture e commesso stupri e saccheggi.
Basato su 29 interviste a testimoni, sopravvissuti e familiari delle vittime, oltre che su video e immagini satellitari, il rapporto rappresenta l’ennesima denuncia contro le RSF per atrocità compiute nei 30 mesi di guerra in Sudan, incluse esecuzioni sommarie, stupri e uccisioni di massa. Anche le Forze armate sudanesi (SAF), sotto controllo del governo militare, sono state accusate di gravi violazioni.
Nel rapporto, Amnesty critica inoltre gli Emirati Arabi Uniti per il presunto sostegno alle RSF, un’accusa già diffusa in precedenza. Gli EAU negano categoricamente di fornire armamenti o finanziamenti al gruppo.